Genitori attivi contro l'ideologia gender

Chiedere al Ministero dell'Istruzione e alle singole istituzioni scolastiche di riconoscere ufficialmente il diritto al “Consenso Informato Preventivo” per tutte quelle iniziative che affrontano temi sensibili e controversi – come l’educazione affettivo-sessuale e “di genere” – e che quindi richiedono il benestare dei genitori. È questo lo scopo della “Settimana per la libertà di educare”, lanciata dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli, promotore del Family Day, e dalle associazioni Non si tocca la famiglia, Comitato articolo 26, Generazione Famiglia e Pro Vita, che si tiene da oggi, 6 novembre, fino a sabato 11, e durante la quale tutti i genitori sono invitati a depositare nell’ufficio protocollo delle segreterie scolastiche, con spirito collaborativo, la richiesta di recepimento del Consenso Informato Preventivo, con cui richiedere comunicazione dettagliata su tutti gli aspetti specifici di ogni progetto e richiedere la possibilità di esonero e un’attività alternativa, se svolti in orario di lezione. Questo serve ad evitare che vengano imposti progetti non condivisi, come spesso accaduto in passato.

I promotori ci tengono a sottolineare che si tratta di una iniziativa non contro qualcuno o qualcosa, ma a favore dell'alleanza tra scuola e famiglia. L'azione arriva a due settimane dalla presentazione delle Linee guida su La Buona Scuola, nella quale viene precisato che l'ideologia gender non entrerà nelle scuole e viene ribadito il primato educativo della famiglia. Tuttavia – rilevano i promotori dell'iniziativa – il testo contiene un riferimento al Consenso Informato ancora troppo generico.

La “Settimana per la libertà di educare” precede inoltre il rinnovo del Patto di Corresponsabilità Educativa annunciato per il prossimo 21 Novembre, quando il ministro Valeria Fedeli dovrebbe formalizzare all’interno di questo documento la prassi del Consenso Informato a garanzia della libertà educativa dei genitori e del diritto allo studio di tutti gli alunni.