Don Buonaiuto: “Chi sfrutta la prostituzione è delinquente, non cliente”

La parola 'cliente' è troppo elegante per definire chi si approfitta di ragazzine”. Così don Aldo Buonaiuto, sacerdote del Servizio Antitratta della Comunità Papa Giovanni XIII e direttore di In Terris, nel corso di “Storie Italiane” su RaiUno. La trasmissione ha acceso i riflettori su una inchiesta relativa a un giro di prostituzione che coinvolgerebbe anche delle minorenni, adescate con la promessa di lavorare come “ragazze immagine” nei locali. L'indagine della Squadra mobile di Torino si chiama “Operazione tacco 12”.

Il sacerdote ha tenuto a precisare che queste giovani “nulla hanno a che fare con le escort” perché “qui stiamo parlando di minorenni sfruttate, non sono neppure definibili 'prostitute' ma prostituite, cioè costrette a prostituirsi”. Don Buonaiuto ha quindi puntato l'indice sulla domanda che alimenta questo mercato: “Dietro ad una persona adulta costretta a prostituirsi, c’è sempre – come minimo – uno stato di bisogno e di sfruttamento e il problema è sempre il cosiddetto cliente, termine troppo elegante per definire chi si approfitta di ragazzine, che invece andrebbe definito delinquente“.

Per il prete di strada, dunque, “va contrastata la domanda vergognosa di questi delinquenti”, cioè “uomini senza scrupoli che pensano di avere il diritto di comprare il corpo di ragazzine che potrebbero avere l'età delle loro figlie”.  Don Aldo ha poi ribadito l'importanza di intervenire in termini legislativi, come chiede la campagna della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi – ricordiamo – sempre in prima linea per il contrasto dei racket della prostituzione, che con Questo è il mio corpo chiede la punibilità dei clienti della prostituzione per scoraggiare, ridurre e infine eliminare il commercio sessuale.

“Guai a banalizzare” il fenomeno, ha avvertito don Buonaiuto. Il quale ha rilevato le responsabilità degli adulti “che diventano correi di queste forme di schiavitù collegate a organizzazioni criminali”, perché – ha ricordato – “dietro lo sfruttamento della prostituzione c'è sempre un racket”. “Riconosciamo l'impegno delle forze dell'ordine che vanno sempre incoraggiate – ha concluso don Buonaiuto – e che in tutta Italia si impegnano a sgominare queste bande”.

L’Associazione di don Benzi oggi diffusa in oltre quaranta Paesi nel mondo continua ad accogliere centinaia di vittime della tratta di cui il 37% minorenni. Tale impegno è stato anche riconosciuto da Papa Francesco che più volte ha citato la visita realizzata in una struttura protetta per le giovani donne sottratte ai criminali.