Caritas: “Situazione sull'orlo del collasso”

Sempre peggio la situazione nella Striscia di Gaza. L'ultimo disperato appello lo lancia suor Bridget Thige, da poco diventata direttrice generale di Caritas Gerusalemme. “Gaza è sull’orlo del collasso”, afferma, come riferisce AsiaNews, perché continua il blocco che sta trasformando la Striscia in una “prigione a cielo aperto” da cui è “quasi impossibile” uscire.

Così la crisi energetica è ancora acuta, inoltre mancano le medicine di prima necessità. La situazione è aggravata dal taglio dei salari dei dipendenti dell’Autorità nazionale palestinese e dal congelamento di parte dei fondi americani all’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi (Unrwa). “Il taglio dei fondi all’Unrwa – commenta suor Tighe – non colpirà solo i beneficiari di istruzione e cure mediche, ma anche i dipendenti. Ci sono migliaia di persone che lavorano per l’agenzia: insegnanti, assistenti sociali, psicologi. Con il budget ridotto, l’Unrwa dovrà decidere cosa tagliare: istruzione? Salute? Cibo?”.

Nello specifico, la religiosa parla della crisi energetica. “La scorsa estate la situazione era disperata. Al tempo vivevo a Gaza, e l’ho vissuta insieme a loro. Dove vivevo, a Gaza city, avevamo elettricità per appena due o tre ore, con l’afa di luglio e agosto. Le persone non avevano frigoriferi funzionanti, per cui dovevano comprare cibo tutti i giorni, e i prezzi salivano. Gli ospedali spendevano sempre più soldi per i generatori, necessari ai servizi essenziali”. “Hanno sofferto tanto – continua – ho sentito di famiglie che correvano con i bambini che stavano soffocando, che avevano bisogno di un respiratore, ed erano senza elettricità”.

Suor Thige afferma di ricevere aggiornamenti costantemente sulla quantità di medicine presenti nella Striscia: “è sempre a zero”, osserva. I più colpiti sono i bambini. “Se hai dieci anni a Gaza, hai attraversato tre, quattro guerre. Tanti bambini – probabilmente tutti – sono in qualche misura traumatizzati”, spiega.  “Io spero che dietro le quinte siano in corso negoziati politici o di altro genere, che allevino la situazione, ma non so quali siano. Tutto quello che so è la situazione sul posto. Ho vissuto là. Ho condiviso le loro vite. So quanto sia disperata”, conclude suor Tighe.