Ragona (K to K): “Doniamo carrozzine e altri ausili alle baraccopoli di Nairobi”

L'intervista di Interris.it a Danilo Ragona, promotore del progetto K to K che aiuta le persone con disabilità in Kenya

La locandina del progetto K to K (© Danilo Ragona)

Vivere la disabilità in un paese in via di sviluppo, vista la maggiore carenza di infrastrutture e ausili destinati alla cosiddetta presa in carico, è ancora più difficile e spesso, l’intervento delle organizzazioni di volontariato, è irrinunciabile per garantire il soddisfacimento delle necessità quotidiane fondamentali.

La situazione in Kenya

Le persone con disabilità in Kenya sono presenti in altissima percentuale, ciò è attribuibile alle carenze alimentari e sanitarie, soprattutto negli slums delle grandi città, come ad esempio quelle della capitale Nairobi. A ciò si sommano le cause da parto, le malattie congenite, la poliomielite, i postumi da amputazioni, gli incidenti stradali e domestici. A questo, bisogna aggiungere che, nel paese, per mancanza di conoscenze ed atteggiamenti fatalistici diffusi specialmente nelle aree più rurali, la disabilità viene spesso vista come una punizione divina.

Il progetto K to K

Il progetto Custom Regeneration sta dando l’opportunità agli ausili dismessi in Italia di essere ricondizionati e donati alle persone con disabilità di Nairobi. Il suo esempio, ha fatto nascere, con gli sforzi di due atleti con disabilità, Andrea Lanfri e Massimo Coda, che intendono scalare il Kylimangiaro ed il Monte Kenya, ad una ulteriore raccolta fondi per rispondere ai bisogni delle persone con disabilità residenti nei sobborghi poveri di Nairobi e, nel contempo, creare un circolo virtuoso che permetta di migliorare a 360 gradi le loro condizioni di vita. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Danilo Ragona, ideatore di Custom Regeneration e sostenitore di K to K.

misericordie

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone l’iniziativa K to K?

“K to K è un’iniziativa che ha come obiettivo la scalata del Kilimangiaro e del Monte Kenya. In collaborazione con la Ong World Friend, dopo aver realizzato un documentario sul viaggio di me e Luca Paiardi in Kenya, andato in onda su RAI Tre, ci siamo resi conto delle difficoltà nel trovare delle carrozzine e, per questo, abbiamo donato una sedia a rotelle all’unità spinale di Nairobi. Questa è stata l’occasione che mi ha portato a riflettere su come trovare una soluzione per portare degli ausili nel paese africano. L’operazione però, si poteva fare solo tramite una Ong e con l’autorizzazione degli enti governativi, altrimenti sarebbe stato difficile entrare nel territorio. Siamo quindi riusciti a far partire questa campagna di crowdfunding con l’obiettivo di destinare delle carrozzine rigenerate e altri ausili, tra cui delle protesi, alle baraccopoli di Nairobi. Ciò viene svolto in collaborazione con persone del posto, con la finalità di insegnare loro ad essere autonomi e indipendenti nella rigenerazione delle carrozzine. In questa avventura abbiamo come testimonial Andrea Lanfri e Massimo Coda, entrambi amputati, che scaleranno il Monte Kenya e il Kilimangiaro e, nello stesso tempo, saranno i promotori di questa campagna”.

In che modo, chi lo desidera, può contribuire alla raccolta fondi?

“Chi vuole contribuire alla raccolta fondi può andare sulla piattaforma di Eppela dove si trova il progetto Ktoc e aiutare con delle donazioni che porteranno alle baraccopoli di Nairobi carrozzine e altri ausili”.