“Ristoranti contro la fame”. Pizza e piatti “solidali” in soccorso della povertà alimentare

In Italia le persone a rischio di povertà alimentare sono il 22,3% dell'intera popolazione, un tasso che varia a livello regionale dal 14,6% dell’Umbria, al 29,6% dell’Abruzzo, al 18,7 % della Toscana, con elevati livelli di disuguaglianze soprattutto per quanto riguarda ortaggi, carne e pesce

Trentino

Quasi un italiano su quattro (22,3% della popolazione) rischia la povertà alimentare. Una percentuale che varia notevolmente a livello regionale. Passando dal 14,6% dell’Umbria e del 18,7 % della Toscana al 29,6% dell’Abruzzo. Con elevati livelli di disuguaglianze. Soprattutto per quanto riguarda ortaggi, carne e pesce. A rilevarlo sulla rivista “Social Indicators Research” è uno studio di Stefano Marchetti e Luca Secondi. I docenti rispettivamente delle università di Pisa e della Tuscia hanno analizzato l’ indagine Istat sulla spesa delle famiglie italiane. Il contesto è difficile per effetto dell’onda lunga della pandemia. E delle difficoltà generate dall’aumento dei prezzi. Una situazione di generale disagio sociale che colpisce duramente anche il settore della ristorazione. povertà

Stop alla povertà alimentare

Per fronteggiare la povertà alimentare si mobilita il Terzo settore. L’obiettivo è contribuire alla lotta contro la fame con pizza e piatti solidali. Si intitola “Ristoranti contro la fame”. Ed è la più grande mobilitazione nazionale che unisce buon cibo e solidarietà. L’iniziativa solidale torna in tutta Italia fino al 31 dicembre. La manifestazione caritativa è giunta alla sua ottava edizione. “E oggi assume un valore ancor più importante. In considerazione della crisi alimentare globale che stiamo vivendo- spiegano i promotori-.  Dopo alcuni anni di lenta ma costante riduzione, infatti, la fame è tornata a crescere. Nel mondo e anche in Italia. Complice la pandemia. L’acuirsi di disuguaglianze socioeconomiche. La crisi climatica. E i conflitti, come quello in Ucraina”. La guerra provocata dall’invasione russa, infatti, ha contribuito ad un’escalation. Quella dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali. “Attualmente la crisi alimentare globale rappresenta la grande emergenza del nostro tempo- aggiungono gli animatori di “ristoranti conto la fame”-. Sono 828 milioni le persone in condizioni di insicurezza alimentare nel mondo. Una su 10 le persone povere in Italia. Ben una su 4 quelle a rischio povertà”.povertà

Gara di solidarietà

gli chef di “Ristoranti contro la fame” tornano a rispondere con impegno ed entusiasmo alla chiamata benefica. L’iniziativa li vedrà coinvolti fino a fine anno, in una grande gara di solidarietà. Insieme ai propri clienti. Tra i partner d’eccezione, anche la Michelin italiana. La nuova edizione rientra nell’ambito dell’iniziativa di sensibilizzazione “Mai più Fame. Non Lasciamolo Vuoto”. I clienti, all’interno dei ristoranti, potranno donare, fino al 31 dicembre, due euro. Scegliendo all’interno del menù il “piatto solidale”. 50 centesimi per la “pizza solidale”. E altrettanti per ogni bottiglia d’acqua ordinata. Un’occasione per godere del piacere di un pranzo o di una cena. Contribuendo all’impegno per liberare il mondo dalla fame. “Ristoranti contro la Fame” coopera a dare una risposta ai bisogni generati dalla grave emergenza della povertà alimentare. Finanziando i progetti della campagna “Mai più Fame”. Negli anni il progetto ha trovato ospitalità in oltre 700 attività della ristorazione italiana. E ha raggiunto, complessivamente, oltre 500 mila persone. L’edizione 2021 ha visto oltre 181 ristoranti aderenti. Decine di eventi territoriali. Con i road trip promossi, in tutta Italia, da chef e ristoratori. Per sensibilizzare i propri clienti sul tema della lotta alla fame e della malnutrizione infantile nel mondo. Per informazioni sull’iniziativa e i ristoranti aderenti, è attivo un apposito sitopovertà

Climate Change

“In Sahel sosterremo l’intelligenza artificiale per contrastare i cambiamenti climatici – spiega Simone Garroni, direttore generale di “Azione contro la fame“-. In India daremo seguito alla realizzazione degli ‘orti giardino’. Dove il coinvolgimento diretto delle donne promuove la loro autonomia. E il loro ruolo nella società. Il Libano, inoltre, è un paese da lungo tempo flagellato dai conflitti. Qui interverremo per fornire sollievo ai profughi e alle comunità ospitanti. Attraverso interventi per favorire il lavoro e l’integrazione. Nella Repubblica Democratica del Congo lavoreremo per prevenire e curare la malnutrizione. In particolare di mamme e bambini sotto i 5 anni. Infine continueremo a sostenere il nostro progetto in Italia ‘Mai più fame‘: dall’emergenza all’autonomia”. L’iniziativa è giunta alla sua seconda edizione. E ha ottenuto ottimi risultati, presentati in un recente Report”.spreco

Opportunità storica

Prosegue Garroni: “In realtà il pianeta è in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti. Le cure contro la malnutrizione infantile sono da tempo disponibili, efficaci e a basso costo. I progetti di cooperazione sono in grado di realizzare l’autosufficienza delle comunità vulnerabili. Quindi siamo la prima generazione della storia che può eliminare la fame. I ristoranti e i partner dell’iniziativa sono motivati dallo stesso nostro auspicio. E sono pronti a lavorare al nostro fianco. Per dare cibo a chi non ce l’ha. Gli italiani, oggi, hanno un motivo in più per pranzare o cenare al ristorante o in pizzeria. E cioè la solidarietà. Recarsi in uno dei locali aderenti diventa un’opportunità. Per dare cibo ed alimenti terapeutici ai bambini malnutriti nel sud de mondo. Ed è anche un modo per consentire alle famiglie più vulnerabili del nostro Paese di sconfiggere la fame“.