Cabina di regia per riqualificare le periferie attraverso il Pnrr

Al via una mobilitazione civica solidale in risposta all’approvazione del decreto sicurezza. Il Pnrr come opportunità per riqualificare le periferie

Pnrr
Periferie e Pnrr. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma. Uno degli obiettivi dell’ASviS è proprio quello di contribuire alla progettazione di politiche che portino l’Italia sul sentiero dello sviluppo sostenibile. Accelerando la realizzazione dell’Agenda 2030 nel nostro Paese. “La recente crisi delle banlieue francesi deve far riflettere anche noi. Troppi cittadini si sentono emarginati. I disagi e i malesseri sociali sono moltiplicati- evidenzia ASviS-. Serve un grande progetto nazionale di rigenerazione urbana. Anche in Italia ci sono problemi attinenti a educazione e formazione, diritto all’abitare. E contrasto alla povertà e al degrado urbano. La povertà educativa e culturale è molto diffusa. E impatta fortemente anche sulla capacità dei minori di immaginare il proprio futuro“.Pnrr

Allarme ASviS

È significativo, sottolinea ASviS, il dato sulle periferie di sei città italiane (Milano, Perugia, Genova, Napoli, Catanzaro e Palermo). Contenuto nel report della Fondazione L’Albero della vita. La ricerca, che ha coinvolto 450 ragazze e ragazzi, rileva che il 29% dei figli tra i 14 e 18 anni non è iscritto ad alcuna scuola secondaria di secondo grado. Un dato che è pericolosamente più alto rispetto alla media nazionale che si aggira intorno al 12,7%. Inoltre, il 76% dei giovani che abitano le periferie non svolge attività ricreative e sportive quotidianamente e ben il 43% non ha a casa libri adatti per età e livello di conoscenza. Una povertà educativa che, ha, come diretta conseguenza, “una mancata attivazione delle capacità e del talento di bambini e ragazzi. Addirittura al peggiorare delle condizioni di povertà peggiorano anche le capacità emotive e relazionali del bambino. Infatti, se a non saper esprimere felicità in media sono il 50% dei bambini, la percentuale cresce all’81% se si considerano le fasce più in difficoltà. Stessa cosa se si considera chi è in grado di gestire frustrazione e rabbia”. La situazione è di particolare gravità nel Mezzogiorno. A testimonianza della crescita del divario tra Nord e Sud. Il gap formativo è ancora più preoccupante perché si tratta di acquisizioni irrinunciabili per “entrare con una qualche dignità nel mercato del lavoro“.Pnrr

Commissione d’inchiesta

L’ASviS ha presentato alla Camera il Position paper “Governo del territorio, rigenerazione urbana e politiche abitative per lo sviluppo sostenibile”. A cura del Gruppo di lavoro su Goal 11 “Città e comunità sostenibili” dell’Agenda 2030. Per migliorare la condizione abitativa, l’Alleanza chiede l’avvio di un grande progetto nazionale di rigenerazione urbana. Con l’istituzione di una cabina di regia interministeriale che coordini i vari programmi esistenti sulla questione. La Commissione parlamentare di inchiesta analizza le condizioni di sicurezza. E lo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Un’occasione importante per “fare il punto della situazione”. E stimolare una forte iniziativa politica su queste tematiche. Anche per attuare le otto proposte avanzate dalla precedente Commissione istituita nella legislatura 2013-2018”. Ul direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini ha illustrato gli obiettivi dell’iniziativa. “La tematica delle condizioni abitative è oggi all’ordine del giorno. Abbiamo migliaia di persone in difficoltà perché non riescono a pagare gli affitti o vivono in condizioni disagiate. Abbiamo bisogno di una prospettiva di medio e lungo termine sulla rigenerazione urbana. Un tema che impegnerà il Paese per i prossimi 20 anni non solo sul piano dell’efficienza energetica. Ma anche perché molte zone periferiche dovranno essere investite da una riqualificazione sistemica”.Pnrr

Terzo settore

Rigenerazione urbana significa anche riqualificazione in chiave energetica del patrimonio edilizio. Molto interessante a questo proposito il rapporto che Legambiente, aderente all’ASviS, ha pubblicato sull’efficienza energetica nelle periferie. “Il diritto a vivere in Classe A”. Sono nove i quartieri periferici monitorati nell’edizione di quest’anno attraverso la campagna Civico 5.0, che si aggiungono ai 10 della passata edizione. E che continuano a raccontare l’inefficienza in cui vivono milioni di famiglie. Dal documento, infatti, emerge “una scarsa attenzione alla manutenzione e alle bollette dei residenti. Quartieri spesso nei quali è troppo lenta o assente una qualsiasi progettazione. Oltre alla capacità di chi le gestisce di approfittare degli strumenti oggi in vigore per restituire dignità a questi quartieri. Spesso animati e tenuti in piedi dalla capacità di organizzazione dei cittadini attivi, Con il terzo settore che spesso si sostituisce alle amministrazioni pubbliche“. La partita per affrontare il recupero delle periferie, puntualizza Andrea De Tommasi, si gioca su vari piani. Politiche nazionali e locali lungimiranti. Innovazione nel segno dell’inclusione. Valorizzazione dei talenti e dei tanti luoghi della vitalità. Ma anche attraverso partiche partecipative più intense. Investendo sulle migliori energie sociali presenti nei territori.Pnrr

Iniziativa civica

Il Pnrr come opportunità per riqualificare le periferie. Parte un’iniziativa solidale in risposta all’approvazione del decreto sicurezza del governo. Un provvedimento varato in tempi record. Per rispondere ai casi di violenza accaduti in alcune zone simbolo del degrado delle periferie italiane. The Good Lobby lancia una raccolta firme per segnalare un’urgenza. Secondo l’organizzazione non profit, infatti, quanto deciso è antitetico rispetto al definanziamento da 3 miliardi del PNRR, annunciato a luglio. Su progetti per la riqualificazione delle periferie. Da qui la necessità di ascolto della società civile e dei suoi bisogni. Per questi motivi The Good Lobby chiede l’approvazione immediata del DPCM. Ciò garantirebbe in maniera definitiva la partecipazione alla cabina di regia del Recovery Plan dell’Osservatorio civico PNRR. Che raggruppa decine di realtà sociali che rappresentano molti interessi collettivi. Poche settimane fa, infatti, è stata comunicata la revisione degli investimenti e delle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In cui era inclusa una specifica misura da 3 miliardi per riqualificare le periferie. Nell’ottica di “ridurre il divario di cittadinanza”. A indicare la necessità dei un dialogo al riguardo tra le istituzioni e il terzo settore sono le tante associazioni che in questi territori operano ogni giorno. Non solo sulla scia dell’onda emotiva dei casi di cronaca.

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Pnrr come opportunità

A richiamare l’attenzione sulla “opportunità concreta di migliorare la vita di tutti” è Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. L’Osservatorio è l’unico soggetto non profit, insieme al Forum Terzo Settore, che risulta membro della cabina di regia. In quanto ex membro del Tavolo di Partenariato. Da un lato l’organo funziona “su chiamata”. E non con convocazioni plenarie. Nel corso degli ultimi mesi la cabina è stata convocata più volte. Invitando sindacati, associazioni di categoria. E aziende coinvolte nella discussione del progetto Repower Eu, che assorbirà i 13 miliardi sottratti agli enti locali. Già con una memoria inviata in sede di conversione del Dl 13/2023 sull’attuazione del Pnrr, l’Osservatorio Civico ha richiesto che la cabina di regia si riunisca almeno due volte l’anno. In modalità plenaria. E che le risultanze delle riunioni siano pubbliche e messe a disposizione di tutti online. La consultazione della cittadinanza deve avvenire regolarmente. Soprattutto su temi che ci riguardano in prima persona. E che condizionano le nostre vite. Come quello della riqualificazione urbana. Essenziale per restituire servizi e condizioni di vita dignitose per i cittadini e le cittadine. Ne deriva la richiesta di approvazione immediata del DPCM per garantire in maniera definitiva la partecipazione alla cabina di regia. A tutela dei  bisogni degli italiani, specialmente dei più deboli ed emarginati.