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Verso Cop26 a Glasgow. Senza investimenti in prevenzione la crisi climatica moltiplica gli incendi

Emergenza incendi. I danni maggiori degli incendi in Sardegna sono a sud della diocesi di Bosa-Alghero. Che confina con la diocesi di Oristano. Vallate di alberi carbonizzati. Colture devastate. E la morte del bestiame. Un dramma gli abitanti che “hanno perso tutto”. A lanciare a Radio Vaticana un grido di allarme è monsignor Mauro Maria Morfino, vescovo di Bosa Alghero. Dall’inizio degli incendi la Chiesa sarda si è rimboccata le maniche. Per aiutare le comunità che hanno subito maggiori danni. L’esigenza, secondo monsignor Morfino, è “offrire uno sguardo attento sulla questione della nostra Casa comune. Saccheggiata e vilipesa. Questo è un lavoro a lungo raggio”.

Piaga degli incendi

La piaga degli incendi in Sardegna mostra al mondo le conseguenze dell’incuria verso quella che il Papa chiama la “nostra Casa comune”. Il tema è stato denunciato a più riprese durante il recente G20 di Napoli. Ed è al centro delle discussioni del summit di Londra. I ministri dell’ambiente di 51 Paesi focalizzano queste emergenze in vista della Cop26 di Glasgow.

Prevenzione

Per combattere il devastante fenomeno degli incendi occorre investire di più in prevenzione. “La crisi climatica aggrava il fenomeno”, avverte Rossella Muroni  (FacciamoECO). Gli incendi stanno mandando in fumo i boschi italiani. “Tra le altre conseguenze della crisi climatica in atto ci sono le temperature roventi. Che in questi giorni stanno drammaticamente agevolando ampi incendi in diverse parti del Paese. complici vento, siccità e piromani- aggiunge Muroni-. Impossibile non pensare alla Sardegna. Dove nel Nuorese sono andati in fumo oltre 20 mila ettari. Al danno ambientale si aggiungono i cittadini sfollati. Gli animali morti per le fiamme. E le drammatiche conseguenze economiche“. Per risanare questa ferita serviranno anni. “Le indagini in corso ci diranno qual è l’origine di questo disastro– afferma Muroni-. Forze dell’ordine e protezione civile si sono adoperano per fermare le fiamme”.

In tutta Italia

Gravi incendi nell’ultimo mese hanno colpito anche la Sicilia. Ad esempio nella zona degli Iblei. La Puglia e l’Abruzzo. Con decine di ettari di macchia andati in fumo. “Serve un salto di scala– evidenzia Muroni-. Contro le fiamme estive bisognerebbe mettere in campo con maggior decisione azioni preventive. Mentre ancora si registrano troppi ritardi nei censimenti. Da parte delle amministrazioni comunali delle aree percorse da fuoco. Ma proprio il catasto degli incendi è uno strumento fondamentale. Per far valere i vincoli a non rimboschire. Pascolare. Cacciare. E urbanizzare quelle aree. In un’ottica di prevenzione può essere utile anche la gestione virtuosa delle foreste. Che intende promuovere un emendamento recentemente approvato nel decreto Semplificazioni. Per dissuadere i piromani, infine, è bene far valere il reato di disastro ambientale. Introdotto con la legge sugli ecoreati contro chi accende incendi dolosamente”.

Giacomo Galeazzi

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