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Ecco perché il paniere Istat non pesa per tutti allo stesso modo

Allarme sociale per un paniere sempre più caro. Nel 2021 sono entrati nel paniere Istat integratori alimentari. Casco per veicoli a due ruote. Mascherine chirurgiche. mascherine FFP2. La brusca impennata dei prezzi del paniere Istat è dovuta prevalentemente all’aumento dei costi energetici. E rischia di essere una “grave ipoteca sul futuro dei bambini più vulnerabili in Italia”. Save the Children lancia l’allarme per l’aumento dei prezzi al consumo. Che crescono in media d’anno dell’1,9%. Registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3%). Intanto, secondo il rapporto Oxfam, i 40 ultramiliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte).

Paniere diseguale

L’inversione delle fortune, iniziata dalla metà degli anni ’90, con una marcata divergenza tra le quote di ricchezza del 10% più ricco e della metà più povera della popolazione italiana – attesta Oxfam – non sembra allentarsi nel biennio 2020-2021 con le famiglie più povere incapaci di intercettare la significativa crescita del risparmio registrata durante la pandemia. Alla riduzione delle spese per consumi è corrisposto nel 2020 un significativo aumento dell’incidenza della povertà assoluta. Oltre un milione di individui e 400 mila famiglie sono sprofondati nella povertà. Sebbene su questo disastro sociale possa aver inciso maggiormente- a differenza della precedente recessione– il cambiamento pandemico delle abitudini di consumo rispetto alla perdita di potere d’acquisto, pur significativa, delle famiglie.

Peggioramento della situazione

“Il quadro sociale avrebbe potuto essere ancor più grave, se il governo non avesse potenziato le misure di tutela esistenti e messo in campo strumenti emergenziali nuovi di supporto al reddito”, afferma Elisa Bacciotti, responsabile Campagne di Oxfam Italia. Aggiungendo che “i massicci trasferimenti hanno anche attenuato le disuguaglianze retributive e reddituali”. Ma le prospettive a breve “restano incerte, data la temporaneità degli interventi e i rischi, tutt’altro che scongiurati, di un ritorno allo status quo pre-pandemico. In primis, per quanto riguarda il nostro mercato del lavoro profondamente disuguale e che genera, in modo strutturale, povertà da decenni”. La ripresa occupazionale del 2021 non è trainata da lavoro stabile. E rischia di riproiettarci nel mondo pre-pandemico, che ha visto crescere la quota dei working poor di oltre 6 punti percentuali dall’inizio degli anni ’90”.

Indici di povertà

“L’aumento dei prezzi registrato è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni alimentari e di quelli energetici. Per le famiglie con figli e con una minore capacità di spesa, già sensibilmente colpite nel 2020 da un incremento della povertà assoluta a causa della crisi pandemica (pari a circa 150mila nuclei con minori in più rispetto al 2019) potrebbe significare un drastico peggioramento delle loro condizioni economiche”, spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia Europa di Save the Children. Si tratta di famiglie che appartengono alla fascia a basso reddito (il quintile meno abbiente delle famiglie con figli under 18). Per le quali la spesa incomprimibile– come quella per il cibo, per affitto, mutuo, bollette e riparazioni- assorbe oltre la metà del reddito disponibile. Percentuale che per le famiglie povere arriva a sfiorare quasi il 90%.

Ristori

Tra gli interventi immediati da assumere, Save the Children propone la messa in campo di “ristori educativi”. Cioè pacchetti gratuiti di opportunità extra-scolastiche (attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio, sostegno psicologico). Rivolti a studenti in condizioni di grave svantaggio economico. “Il ristoro educativo è finalizzato a consentire loro di vivere esperienze educative di qualità che rafforzino la motivazione, l’autostima e le aspirazioni. E prevengano la dispersione scolastica e la povertà educativa“, sottolinea Raffaela Milano.

Disagio estremo

Con la pandemia è già molto aumentato in Italia il numero di bambini, bambine e adolescenti che vive in condizioni di povertà assoluta. L’Istat certifica che nel 2020 sono 1.337.000 minorenni a trovarsi in questa condizione di disagio estremo, osserva Save the Children. L’aumento dei prezzi relativo a beni primari rischia ora di essere devastante per i tanti nuclei familiari che già faticavano ad arrivare alla fine del mese. Allargando ulteriormente lo spettro delle disuguaglianze. Per queste famiglie, si tratterà di dover cancellare, in primo luogo, quelle spese educative che sono essenziali per la motivazione e lo sviluppo dei bambini, delle bambine e degli adolescenti. Legate alla fruizione di attività di tipo culturale, sportivo e ricreativo. Da qui l’appello ad intervenire immediatamente. Affinché “un’intera generazione non debba vedere ipotecato il proprio futuro“.

Giacomo Galeazzi

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