Infanzia: riparte la campagna “Riscriviamo il futuro” di Save The Children

Save The Children in 10 mesi ha raggiunto 160.000 bambini, bambini e adolescenti le loro famiglie e docenti in quartieri deprivati di 36 città

Save The Children, che in 10 mesi ha raggiunto 160.000 bambini, bambini e adolescenti le loro famiglie e docenti in 89 quartieri deprivati di 36 città e aree metropolitane con il proprio intervento di contrasto agli effetti del Covid-19, rilancia la campagna “Riscriviamo il futuro”, per combattere la povertà educativa e digitale, con l’invito a firmare il “Manifesto” scritto in collaborazione con i ragazzi del Movimento Giovani Sottosopra, che chiedono “di uscire dall’invisibilità e di essere al centro delle politiche di rilancio del Paese, con maggiore attenzione alla scuola e alle opportunità educative”.

Occhiali rossi di Save the Children

Simbolo della campagna sono gli occhiali rossi che Save The Children “chiede a tutti di indossare per veder finalmente meglio i bisogni, le esigenze e i desideri dei ragazzi”. La campagna riparte con una prima settimana dedicata alla sensibilizzazione sui canali Rai, grazie al sostegno di Rai per il Sociale, e andrà avanti con iniziative e partnership che hanno come obiettivo quello di rendere i bambini protagonisti dei mesi che verranno.

Testimonial l’ambasciatore di Save the Children, Cesare Bocci, che in un video spot della campagna ha intervistato e ascoltato i piccoli e accolto la richiesta di essere guardati e ascoltati.

Save the Children: povertà minorile in crescita

Da quanto emerge dall’indagine di Save the Children condotta per la campagna “Riscriviamo il futuro”, la povertà minorile è in crescita. “La povertà minorile – si legge nell’analisi pilota – in poco più di dieci anni, è aumentata di dieci punti percentuali e ha raggiunto nel 2020 il suo massimo storico degli ultimi 15 anni: 1 milione e 346 mila minori (il 13,6% dei bambini e degli adolescenti in Italia), ben 209mila in più rispetto all’anno precedente, sono in condizioni di povertà assoluta”. Nel rapporto si evidenzia inoltre che il 20% dei ragazzi ha ancora difficoltà con il digitale, nonostante i mesi in Dad.