Chiesa Cattolica

Don Rotundo: “L’IA sia orientata al bene dell’uomo e del creato”

Etica e Intelligenza Artificiale: un rapporto ancora da costruire ma basilare per il bene dell’uomo e del creato. Lo evidenzia don Nicola Rotundo – sacerdote dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e professore di Teologia Morale presso diverse realtà accademiche italiane – in una sua riflessione per L’Osservatore Romano, che riportiamo integralmente.

Don Rotundo: “L’IA sia orientata al bene dell’uomo e del creato”

Nei giorni scorsi, in Italia si sono registrate diverse notizie di rilievo che manifestano una certa attenzione al versante etico dell’Intelligenza Artificiale (IA): dall’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un decreto legge in materia di IA che individua criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità e i rischi legati all’utilizzo di essa e dove viene lasciato l’uomo al centro di ogni processo decisionale, all’adesione da parte di Chuck Robbins (presidente e ceo della nota azienda Cisco) alla “Rome Call for AI Ethics”, a quella dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Portal Welby per la Chiesa d’Inghilterra.

La “Rome Call for AI Ethics” e Papa Francesco al G7

La “Rome Call for AI Ethics”, è un documento ideato e promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita, e in seguito dalla Fondazione RenAIssance, istituita da Papa Francesco nel 2021 appositamente per la sua divulgazione, che promuove l’approccio etico e responsabile nei confronti dell’IA, auspicando un futuro dove ogni individuo potrà beneficiare dei progressi della tecnologia, garantendo al contempo il rispetto della dignità di ogni individuo.

Proprio per promuovere l’approccio etico all’IA, Papa Francesco è stato invitato ad intervenire all’evento del G7 a metà giugno, nella sessione dedicata all’IA, per offrire un contributo in ottica di uno sviluppo sapienziale. Se è vero che «Esperta di umanità, la Chiesa, lungi dal pretendere minimamente d’intromettersi nella politica degli Stati» (Popolorum progressio n. 13), è anche vero che essa è «Madre e maestra di tutte le genti» (Mater et magistra n. 1).

Alla luce di quanto sin qui detto, possiamo affermare come le realtà emergenti della new tech, sono certamente un ambito che rappresenta in modo crescente uno di quei “fronti” sui quali la teologia morale viene interpellata perché offra quella luce necessaria per dipanare problematiche e questioni di grande rilevanza personale e sociale che interpellano la coscienza dei singoli, delle Istituzioni e degli Stati.

L’IA sia “per” e mai “contro” l’uomo e l’umanità

Come ogni ritrovato umano, anche l’IA deve essere orientata al bene dell’uomo, della collettività e del creato. Il cattivo uso di ciò che l’uomo inventa e produce, è proporzionato allo stato di non progresso etico dell’uomo. Con questa visione, le questioni che nascono dall’IA vanno necessariamente reimpostate e corrette sulla base di questo principio determinante di natura antropologica.

Appare quindi necessario che l’orientamento verso il vero bene del genere umano deve guidare l’impiego dei beni e dei mezzi materiali verso l’autentico sviluppo della persona umana, guidato dalla Sapienza.

Se l’uomo vuole “produrre” autentico progresso, autentica innovazione, non può esimersi prima di tutto di conoscere il proprio mistero e di conoscerlo secondo verità.

Potremmo dire che l’eticità di ogni umana attività dovrebbe essere verificata in base a criteri molto semplici: la conformità o il rispetto della sapienza codificata nella rivelazione e sviluppata dallo Spirito Santo nella Chiesa per mezzo di una tradizione bimillenaria e un magistero sempre mosso e guidato da questo soprannaturale principio di comprensione; il beneficio che ogni innovazione o creazione arreca a tutto l’uomo — come ricordava Paolo VI nella Popolorum progressio al n. 14 — e a tutti gli uomini.

Ben venga quindi lo sviluppo dell’IA: una IA che sia “per” e mai “contro” l’uomo e l’umanità. Nella dinamica di questo sviluppo, non manca il contributo che la Chiesa sta offrendo grazie anche all’impulso di Papa Francesco, mediante l’apporto — tra gli altri — della visione etica dell’IA, perché resti sempre umana!

Da: L’Osservatore Romano

Milena Castigli

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