“Dobbiamo tener fede al dovere richiamato dal Capo dello Stato. L’impegno per la sicurezza sul lavoro non può arretrare davanti a nessuna emergenza. Il monito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella deve orientare l’azione comune verso la salvaguardia della salute dei lavoratori. La tutela della salute di chi lavora costituisce un bene primario su cui si misura la civiltà delle economie avanzate”, afferma a Interris l’ingegner Luca Franco Cardinali, consulente aziendale in piccole e medie imprese dell’Italia centrale. Uomo d’industria con una lunga esperienza lavorativa in multinazionali dell’automotive, l’ingegnere spiega come è cambiata l’organizzazione della vita aziendale in tempo di pandemia.
“La pandemia ha avuto molteplici ripercussioni sulla sicurezza nei sistemi produttivi. Si è passati dal considerare la “sicurezza” non più come una materia asfittica ma viva ed in continua evoluzione. D’altronde nei momenti di crisi si deve essere pronti al cambiamento ed infatti le maestranze e i vari sindacati dei lavoratori sono stati i primi ad essere stati coinvolti”.
“L’aggiornamento di tutte le procedure relative all’uso dei dispositivi di protezione individuali come guanti scarpe e caschi e mascherine è stato il preludio di una lunga serie di iniziative. Quali, la nuova gestione per l’entrata ed uscita dei dipendenti con scanner termico collegato alle barriere in modo da selezionare in automatico eventuali dipendenti con sintomi febbrili. Nuovi orari non solo di entrata ed uscita, ma anche quelli relative alle pause collettive e mense per dilazionare la presenza contemporanea del minor numero possibile di persone con le conseguenti variazioni del posizionamento delle timbratrici marcatempo”.
“Altre misure di distanziamento sono state adottate introducendo all’interno delle fabbriche corridoi a senso unico, riduzioni dei posti a sedere nelle aree ristoro e mensa, chiusura di spogliatoi e nuovi orari di ingresso fornitori e riallocamento delle aree deposito merci”.
“Come ho già evidenziato, la sicurezza è una materia viva. L’analisi sistematica di possibili errori durante le varie attività di fabbrica è indispensabile nella prevenzione di infortuni. Siamo molto capaci nell’individuazione dei rischi e delle relative contromisure; siamo invece meno bravi nel mantenimento rigoroso dei protocolli che dalle analisi scaturiscono”.
“Le lacune, a mio avviso dipendono dalla incapacità del mantenimento di regole e procedure. Talvolta la causa è da ricercarsi nella regola stessa in quanto non cristallina e quindi interpretabile e bypassabile. Ulteriore aspetto da migliorare è la verifica ispettiva; non sono più tollerabili controlli “preavvisati” che oltre che essere inefficaci sono umanamente deplorevoli in quanto complici di lutti nel mondo del lavoro”.
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