Legge omotransfobia, Gandolfini: “La lotta contro la discriminazione usata come un ‘cavallo di troia’”

Intervista al professor Massimo Gandolfini, leader del Family Day: "Un'istanza di alto valore e assolutamente condivisibile, usata per far passare qualcosa che nulla a che fare con questa tematica"

Omofobi per legge? Colpevoli per non aver commesso il fatto“. E’ questo il titolo del libro, curato dal Centro Studi Livatino, a cura di Alfredo Mantovano, edito da Cantagalli, che verrà presentato il prossimo 14 luglio, alle ore 17.30 a Palazzo Maffei Marescotti, nella Sala Apollo (via della Pigna 13/a Roma). Interverranno Marina Casini, Gigi De Palo, Alberto Gambino e Massimo Gandolfini.

La legge sul contrasto all’omo/transfobia

La Camera dei Deputati ha in corso l’esame delle proposte di legge in tema di contrasto all’omo/transfobia. Il volume curato dal Centro Studi Livatino ha come obiettivo quello di fornire gli elementi essenziali per affrontare la tematica dal punto di vista giuridico, al netto d qualsiasi riferimento di ordine religioso o confessionale. “Lo scopo è sottrarre il dibattito su questo tema delicatissimo alla rappresentazione pubblica che se ne dà – spiega il professor Massimo Gandolfini, leader del Family Day, raggiunto da Interris.it – Si propone una legge per contrastare ed evitare le discriminazioni o gli atti di violenza e di offesa nei confronti delle persone con condotta omosessuale. Le cose in realtà non stanno così, perché i reati contro la persona sono tutti stigmatizzati e quindi la persona omosessuale fatta oggetto di violenza, discriminazione, offesa e diffamazione, è già tutelata come tutti gli altri cittadini italiani dal Codice Penale. Invece, viene messo in evidenza, e questo è lo scopo del libro, il gravissimo pericolo che sta correndo la libertà democratica in Italia, in particolare la libertà di pensiero e opinione, che è uno dei cardini fondamentali di ogni società. Questo libro mette il focus sul fatto che se dovesse passare questo disegno di legge così come è stato presentato, verrebbe introdotto in Italia il cosiddetto reato di opinione che è un evento tipico di tutte le dittature“.

Uno specchietto per le allodole

“Purtroppo si ripete un po’ la strategia degli ultimi decenni. Si parte da un’istanza assolutamente condivisibile e di alto valore, ma la si usa come un ‘cavallo di troia’ per far passare qualcosa che nulla a che fare con quella tematica – sottolinea il prof. Gandolfini -. La lotta alla discriminazione e la violenza alle persone non deve passare attraverso l’elaborazione di una legge che impone di pensare in un determinato modo, magari in contrasto con i valori morali, antropologici e filosofici. Sarebbe un’imposizione dittatoriale. Esiste già tutto lo strumentario giuridico necessario per tutelare ogni cittadino italiano, ivi comprese le persone a condotta omosessuale”.

Un’iniziativa condivisa da molte associazioni

“L’iniziativa è stata condivisa da numerose associazioni, sono circa una settantina, si ritrovano ancora una volta unite da una grande volontà di collaborazione e condivisione e hanno sul tema specifico, come faro, il comunicato stampa che ha fatto la presidenza della Cei – spiega il leader del Family Day – che ha sottolineato come si tratterebbe di una legge illiberale, liberticida e antidemocratica. Noi ci ritroviamo, anzi per questo ringraziamo i vescovi, in quelle istanze che lì vengono portate avanti. La prima istanza è che nessuna persona, per nessuna ragione, deve essere fatta oggetto di violenza; la seconda è quella che la libertà di pensiero, opinione ed educativa secondo i propri valori, anche religiosi, è una condizione irrinunciabile, e qualsiasi normativa possa anche lontanamente sfiorare la negazione di queste libertà deve essere assolutamente condannata“.