Idlib, Riccardo Cristiano: “L’unica soluzione è un accordo tra Europa e Turchia”

La situazione della popolazione in Siria raccontata a Interris.it da Riccardo Cristiano, giornalista vaticanista e fondatore dell’associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio

Quasi duemila morti in nove mesi, migliaia di persone in fuga. Perdono la vita sotto le bombe e non solo: uccisi dal freddo, dai troppi stenti. Sono tutte vittime innocenti di una guerra che vede contrapporsi sullo scacchiere geopolitico la Siria di Assad sostenuta della Russia di Putin e la Turchia di Erdogan. La situazione appare complessa, Interris.it ne ha parlato con Riccardo Cristiano, giornalista vaticanista e fondatore dell’associazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio.

Quale tragedia si sta consumando a Idlib? I caschi bianchi parlano di catastrofe umanitaria…
“Questa autentica catastrofe umanitaria ha dimensioni che devono essere percepite in profondità per rendersi conto di quello che sta succedendo in Siria e non soltanto ad Idlib. Quest’ultima è una provincia situata al nord-ovest della Siria, con una popolazione di più di 3 milioni di abitanti. In questa zona, si sono stanziate anche le milizie islamiche che controllavano, precedentemente, altre aree della Siria. Questi jihadisti sono stati trasferiti dalla zona vicino Damasco ad Idlib, dove hanno assunto una posizione miliziana e militare molto forte anche nei confronti della popolazione civile”.

Secondo lei, l’accordo sul cessate il fuoco tra Ankara e Mosca può costituire un base per frenare l’escalation in Siria?
“No, questo accordo non costituisce nessuna base. Anzi, indica una spartizione imperiale della Siria tra le due potenze interessate: Erdogan ha un problema con i confini ed intende assumere il controllo militare di un corridoio in territorio siriano nel quale lasciare milioni di civili affinché costituiscano un cuscinetto umano tra la sua Turchia e le aree siriane popolate dai curdi e dal regime di Assad, non correndo buoni rapporti né con i Curdi né con Assad. Erdogan, quindi, ritiene di utilizzare questi civili come scudo umano: una popolazione di milioni di persone lasciate in alta montagna in un corridoio di cui lui avrà il controllo attraverso dei pattugliamenti congiunti con i Russi.”

Quali iniziative dovrebbe prendere l’Europa? Dopo l’annuncio di Papa Francesco, 14 ministri degli esteri hanno condannato quanto sta accadendo… Si muove qualcosa?
“Sembra non muoversi niente. All’Onu è stata bocciata la richiesta avanzata da diversi membri del Consiglio di Sicurezza, la quale prevedeva almeno di allargare i corridoi umanitari che portano sostegno a queste milioni di persone che sono sottoposte a bombardamenti dallo scorso settembre. Papa Francesco aveva parlato già da luglio di questa vicenda quando scrisse ad Assad sottolineando i pericoli enormi ad Idlib e chiedendo il rispetto del diritto umanitario internazionale. É, poi,  tornato sull’argomento anche a settembre affermando che si profilava una catastrofe umanitaria. Ma le Nazioni Unite appongono un veto anche al numero di corridoi umanitari: ora ce ne sono due mentre si chiedeva che ce ne fossero quattro, che sarebbe il minimo, a mio avviso. Dubito che ci siano le intenzioni, ma l’unica cosa da fare sarebbe la ricerca di un rapporto tra Europa e Turchia per affrontare insieme la catastrofe di Idlib.”