Ricordo che quando ero più piccola aspettavo con ansia che arrivasse il 2 Giugno, per ammirare dal terrazzo di casa mia le Frecce Tricolori. Infatti, ogni volta che le vedevo apparire mi emozionavo, e per questo motivo ho trovato veramente bella l’idea di organizzare un giro d’Italia delle pattuglie acrobatiche delle Frecce Tricolori per celebrare la Festa della Repubblica del 2 giugno: un bel segno di festa per gli italiani – costretti ancora ad evitare assembramenti e feste a causa dell’emergenza coronavirus – ed un segnale di speranza e di ripartenza.
Ed è stato molto emozionante vedere sfrecciare gli aerei con il pennacchio di fumo che disegna la nostra bandiera nazionale nei cieli di tutti i capoluoghi italiani e di tantissime altre località del nostro Paese. Mentre scrivo, le Frecce Tricolori stanno proseguendo il loro giro in tutta Italia, che si concluderà martedì prossimo con il passaggio sull’Altare della Patria nel momento in cui il Capo dello Stato porgerà il suo omaggio al Milite Ignoto. Il passaggio degli aerei è avvenuto anche nei cieli della mia città. Ma io ho deciso di non andare in piazza o davanti alla Gran Madre per assistere al passaggio ma mi sono accontentata di sentire il rombo dei loro motori e le striscia tricolori dalle finestre di casa mia.
Avevo paura che succedesse quello che poi è accaduto. Tante, troppe persone – molte di queste senza mascherina – si sono ritrovate nei luoghi più belli della mia città senza rispettare le distanze di sicurezza e senza tenere conto che il nemico invisibile, sebbene meno presente di qualche settimana fa, è ancora in mezzo a noi con il suo carico di morte, sofferenza e paura. Perché andare in piazza, mi sono chiesta, se stiamo ancora lottando con l’emergenza Coronavirus? Ho poi letto sui giornali delle polemiche che ci sono state. E che non solo nella mia Torino, ma anche in altre città italiane ci sono stati assembramenti durante il passaggio degli aerei.
Di chi è la responsabilità di quanto è accaduto? Ho la risposta: nostra, semplicemente nostra, cioè di ciascuno di noi. Il tema del distanziamento e della protezione con le mascherine dovrebbe far parte della nostra educazione di persone e di cittadini. Non dovremmo avere bisogno che ci venga imposto dall’esterno. Solo così faremo bene a noi stessi e agli altri, senza mettere a repentaglio la salute di qualcuno. Ricordiamocelo come insegnamento civico proprio in occasione della Festa della Repubblica. Aspettando il 2 giugno, vedendo passare sui nostri cieli le Frecce Tricolori, guardiamole con il naso all’insù ma senza distrazioni: mascherina e distanza, per favore. Non dimentichiamocelo.
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