Una forte tempesta solare si sta avvicinando alla Terra, con impatti previsti già nella serata del 10 maggio e picco previsto l’11 maggio. Classificata come G4, potrebbe interferire con reti elettriche e GPS, oltre a regalare spettacolari aurore boreali. La tempesta è causata da un’enorme regione di macchie solari, denominata AR3664, grande come 16 volte le dimensioni della Terra. Risulta attiva da dicembre 2019 con un’intensa attività magnetica.
La Terra si prepara all’arrivo di una forte tempesta solare: i primi effetti dovrebbero manifestarsi già stasera, mentre quelli più intensi sono previsti nella giornata di sabato 11 maggio. Il Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia statunitense Noaa ha aumentato il livello previsto per la tempesta a quello G4, il secondo più alto sulla scala, che prevede impatti sulla rete elettrica, sui sistemi di navigazione satellitare come il Gps e problemi a satelliti e veicoli spaziali, oltre alla maggiore probabilità di poter ammirare le aurore boreali anche a basse latitudini.
“La tempesta potrà iniziare già oggi e proseguirà poi nella giornata di domani. Ma l’attività solare si manterrà intensa anche nel prossimo periodo, ci stiamo avvicinando al picco”, dice all’ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste.
La tempesta è dovuta all’intensa attività di un gigantesco gruppo di macchie solari, chiamato AR3664, che si estende per circa 200.000 chilometri, dunque 16 volte circa le dimensioni della Terra. Si tratta di una delle regioni più grandi e attive osservate in questo ciclo solare, che è iniziato a dicembre 2019. La sua estensione lo mette in grado di rivaleggiare con un altro enorme gruppo di macchie solari, quello di Carington, che fece sentire i suoi effetti tra agosto e settembre 1859, provocando incendi negli uffici del telegrafo e innescando aurore vicino all’equatore. “La regione AR3664 è caratterizzata da una grande complessità, con campi magnetici molto intensi che causano una situazione particolarmente instabile – osserva Messerotti – ed è così grande che è visibile anche ad occhio nudo, ovviamente sempre con un’adeguata protezione”.
Fonte: Ansa
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