Economia più formazione: l’alfabetizzazione finanziaria

Lumsa-Federlus, cresce l'educazione finanziaria degli studenti. Da sette anni la Banca d'Italia svolge un'indagine campionaria

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
La formazione finanziaria serve a migliorare le proprio conoscenze in campo economico. Così da diventare consumatori e investitori consapevoli. Quasi il 50% degli studenti ha aumentato il proprio livello di alfabetizzazione finanziaria e potenziato i concetti base della finanza e della matematica finanziaria, oltre il 40% ha più fiducia nelle banche, il 70,8% conosce di più il credito cooperativo e il 43,6% ha migliorato la consapevolezza delle caratteristiche e dei rischi del gioco d’azzardo. Sono i risultati di “Una bella educazione 3”. Il corso di educazione finanziaria per le scuole superiori è organizzato dall’Università Lumsa di Roma e da FederLUS-Federazione delle banche di credito cooperativo del Lazio Umbria, Sardegna. L’iniziativa si avvale del contributo di Fondo Sviluppo. L’obiettivo è quello di fornire ai giovani studenti gli strumenti necessari per gestire, in modo consapevole e responsabile, le proprie risorse finanziarie.
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Formazione necessaria

Il corso, giunto alla terza edizione, ha coinvolto oltre 200 ragazze e ragazzi, delle scuole superiori di Lazio, Umbria e Sardegna, in un percorso formativo innovativo e stimolante, per un totale di 160 ore, in 6 settimane, con riconoscimento finale dei crediti formativi. Le lezioni hanno riguardato i temi del risparmio, dell’attività delle banche, del rischio e del rendimento degli investimenti, dell’intelligenza artificiale, della sostenibilità, del gioco d’azzardo, delle criptovalute, dell’importanza dell’educazione finanziaria per contrastare la violenza di genere, con una parte dedicata al credito cooperativo, al suo ruolo storico al servizio delle comunità e ai valori che lo contraddistinguono, come quelli della mutualità e della solidarietà. “Una bella educazione” è diventata un vero e proprio strumento di condivisione dei valori cooperativi. Con l’ulteriore finalità per le Bcc del territorio di promuovere e affermare il loro ruolo di operatori creditizi differenti e di interlocutori vicini e fidati. Il progetto punta non solo a diffondere presso la popolazione giovanile l’educazione finanziaria. Utilizzando un linguaggio chiaro ed efficace. E favorendo una partecipazione attiva, già sperimentata nelle precedenti edizioni. In modo da contribuire alla crescita dei ragazzi attraverso un corso che dia loro strumenti necessari per diventare adulti responsabili. In grado di prendere decisioni e valutare opportunità.
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Foto di Engin Akyurt da Pixabay

In classe

Attraverso il coinvolgimento delle Bcc associate a FederLus e i contatti dell’Università Lumsa di Roma, hanno partecipato le scuole Istituto Michelangelo Buonarroti di Guspini (Arborea). Istituto Margherita Hack di Rignano Flaminio. Liceo Scientifico Marconi di Foligno. Liceo Classico Properzio di Assisi. Istituto Itet Emanuela Loi di Nettuno. Istituto Cristo Re di Roma. Liceo Asproni di Nuoro. Istituto G. Marconi di Latina. Le studentesse e gli studenti, all’inizio e al termine della formazione, hanno risposto a dei questionari sulle conoscenze e competenze apprese, al fine di valutare l’impatto del Pcto. In questa edizione, sono stati 103 i questionari analizzati per l’elaborazione dei risultati. In più, le classi, suddivise in gruppi, sono state chiamate a realizzare dei reel (mini-video di massimo 60 secondi) pubblicati nel canale Instagram della Federazione, su una serie di temi dati. E cioè gioco d’azzardo, criptovalute, rateizzazione, violenza economica. Il premio “miglior regia” è andato al Liceo scientifico G. Marconi di Foligno. Quello “miglior sceneggiatura” all’Istituto M. Buonarroti di Guspini. “Miglior attore” all’Istituto Emanuela Loi di Nettuno.
BCE, Francoforte sul Meno, Germania. Foto di Dimitri Karastelev su Unsplash

Indicatore

Da una indagine condotta dall’Ocse, l’Italia risulta invece il paese con il più basso livello di alfabetizzazione finanziaria. Milioni di famiglie italiane  fanno i conti con le conseguenze della crisi economica. Per comprenderne bene le implicazioni servirebbe un’adeguata educazione economica e finanziaria che invece in Italia manca. Dal 2017 la Banca d’Italia svolge un’indagine campionaria sull’alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia (Iacofi) con cadenza triennale. La metodologia utilizzata è stata sviluppata dall’International Network on Financial Education (INFE) dell’Ocse. Nell’edizione del 2023 sono state introdotte per la prima volta domande che rilevano le competenze di finanza digitale degli intervistati, anch’esse misurate con la metodologia dell’Ocse. L’alfabetizzazione finanziaria è misurata da un indicatore sintetico che aggrega tre dimensioni. E cioè conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. Sono distribuiti in forma anonima a fini di ricerca i dati elementari. Intanto anche Lavoce.info chiede che sia sviluppata una seria educazione economica e finanziaria. Queste competenze, infatti, sono fondamentali anche per la comprensione di materie più tradizionali, le cui credenziali pedagogico-formative nessuno si sognerebbe di mettere in discussione. Per esempio, si può capire la storia moderna e contemporanea senza sapere nulla di economia? Senza sapere come funziona il bilancio dello stato, come opera una banca centrale? Senza avere idea di che cosa sia il mercato azionario o come possono essere organizzati diversi sistemi fiscali o pensionistici?