Le fake news uccidono. La testimonianza di una scienziata e il progetto Ue

"Le fake news dei negazionisti aiutano la pandemia”, spiega professoressa Patrizia Laurenti, direttore dell’unità di Igiene ospedaliera e responsabile del centro di vaccinazione del Policlinico Agostino Gemelli di Roma

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Sos fake news. Al via il progetto European Joint Action on Vaccination a cui partecipano Commissione Europea, ministeri della salute, organizzazioni internazionali, università e istituti di 20 Paesi. “Le fake news dei negazionisti aiutano la pandemia”, spiega la professoressa Patrizia Laurenti. Direttore dell’unità di Igiene ospedaliera. E responsabile del centro di vaccinazione del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Complottismi no vax, patacche, errori da scuole medie minacciano la salute pubblica. Le bufale no vax favoriscono la diffusione del virus e intralciano l’immunizzazione di massa. Anche il presidente Usa, Joe Biden ha denunciato le “menzogne che uccidono persone”. E in tutto il mondo gli scienziati in prima linea contro la pandemia concordano. Sono devastanti i danni arrecati dalle fake news dei negazionisti alla campagna vaccinali. Una fabbrica di fandonie antiscientifiche che provoca morti. Follie diffuse globalmente attraverso i social e la Rete.fake

Fake news che uccidono

“Tutto nasce dalle scarse conoscenze di base di persone che ignorano completamente le basi della biologia– spiega la scienziata-. Eppure si tratta di principi basilari che si studiano già alle scuole medie. E si approfondiscono alle superiori. Dna, Rna, proteine. Bastano conoscere questi meccanismi biologici per confutare definitivamente tesi complottistiche. Come la mostruosa assurdità che il vaccino modifichi il patrimonio genetico di chi lo riceve. Non serve una laurea in medicina. E’ sufficiente la licenza media per smontare una menzogna simile“.fake

Fandonie cospirazioniste

Allarme fake news, quindi. Come evidenzia la direttrice del centro vaccinale del Policlinico Gemelli. “Ci si attribuisce la competenza di poter parlare di tutto. Senza la minima capacità di andare in profondità nelle questioni scientifiche. Così si complicano questioni semplici. Diffondendo nel web colossali fandonie negazioniste e complottiste che ostacolano la libera scelta sulla vaccinazione anti-Covid. A ciò si aggiunge la mancanza di fiducia verso la medicina e la scienza. Un clima di diffidenza che emergeva già dall’escalation di denunce ai medici”. Inoltre, precisa la professoressa Laurenti, “io sono un medico di sanità pubblica. Ma non mi azzardo a prescrivere farmaci per il cuore perché non sono una cardiologa. E invece improvvisamente tutti si improvvisano virologi, epidemiologici. Esperti di misure di sanità pubblica per contenere una pandemia”. Incidono, poi, “il diffuso disorientamento culturale e sociale“. E “la resistenza ad affidarsi a chi dedica la propria vita alla scienza e studiare soluzioni alle emergenze sanitarie“. E “l’evidenzia scientifica ci spinge chiaramente a vaccinare il più possibile, soprattutto i soggetti fragili che stanno ricominciando a tornare nelle terapie intensive“.
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Attentati alla salute pubblica

A ricostruire i teoremi no vax tra calamite, pseudo-scienza e dietrologie è anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire. “Con la pressione crescente per convincere gli esitanti a farsi immunizzare, aumenta di volume la campagna di chi è apertamente ostile ai farmaci da iniettare. Basata su tesi infondate e paure indotte“, evidenzia il giornale della Cei. L’ultima tesi affiorata dal magma dei social e poi rimbalzata su infinite chat è “il complotto dei 4 presidenti”. La recente fine dei leader di Burundi, Tanzania, Madagascar e Haiti sarebbe legata a una loro asserita preferenza per la medicina tradizionale rispetto ai vaccini. Un “rifiuto” pagato con la morte. Pierre Nkurunziza. Burundese, morto d’infarto l’8 giugno 2020, in realtà ben prima di qualunque vaccino. John Magufuli. Tanzaniano. Malato cronico di cuore. Spirato il 18 marzo 2021. Didier Ratsiraka Malgascio, morto il 28 marzo 2021. Ma non più in carica dal 2002. E Jovenel Moïse. Haitiano. Assassinato il 7 luglio in un Paese sprofondato nella una guerra civile. In realtà avrebbero desiderato qualsiasi cosa (farmaci, vaccini, qualunque rimedio) che risparmiasse ai loro popoli il flagello del Covid. Ma i 4 Paesi fanno parte di quella porzione di pianeta dove le medicine del primo mondo sono poco più che un miraggio. Altro che rifiuto.

Campagne antiscientifiche

A cavalcare con convinzione teoremi simili sono i militanti anti-vaccini. Che offrono idee pronto uso a chi per i più diversi motivi è contrario all’iniezione. Cioè, il 10-12% della popolazione adulta. Più o meno 5 milioni di italiani. Non pochi. È tra loro, sottolinea Avvenire, che circolano le ormai numerose tesi apertamente in guerra contro i vaccini. Costruite su illazioni indimostrate (esemplari i presidenti). Ipotesi scientifiche di inesistente solidità. A fronte di migliaia di studi editi in tutto il mondo. E paure incontrollate sugli effetti dei preparati iniettabili. Cui si offre una vaga copertura tecnica. La doverosa pressione istituzionale e mediatica per convincere gli esitanti a vaccinarsi alimenta una reazione uguale e contraria. In uno zoccolo di cultori della determinazione a non farlo. Che li rende aggressivi verso chi al vaccino si sottopone. E, con toni anche più duri, verso quanti affermano che farlo è la sola via d’uscita alla tragedia della pandemia. Un’ecatombe da 4 milioni di morti nel mondo, 128 mila in Italia. 

Ignoranza diffusa

Una serie di asserzioni del tutto prive di vero supporto scientifico. Fino alla ridicola teoria della calamita che si attacca al braccio dopo la seconda iniezione. Presunta prova della tossicità dei preparati. Nei fatti è una bufala da manuale. Il simbolo del punto di credulità cui si è disposti a scendere. I vaccini in realtà funzionano. Unica prevenzione al ricovero e alla morte per Covid. Ai credenti, precisa Avvenire, è poi stato presentato un vero ricatto psicologico. L’ennesima bufala: i vaccini si ottengono con feti abortiti, dunque è immorale farseli inoculare. A questa tesi ha risposto la Congregazione per la Dottrina della Fede. Spiegando che le cellule fetali usate nello sviluppo di alcuni vaccini sono lontanissime parenti dei tessuti di feti abortiti nel 1972 e 1985. Per cui la “cooperazione al male” è solo “remota”. Superata dalla responsabilità morale di immunizzarsi per evitare che altri si ammalino e muoiano a causa della nostra negligenza. Perché di vero, sopra questa palude di patacche integrali, c’è il dovere di salvare ogni singola vita umana.