Fabio, proprietario di una palestra: “Ecco come il Coronavirus ha distrutto la mia vita” (VIDEO)

La storia di Fabio Mastrangeli: “Mi sto spegnendo piano piano. Questa è la verità. E’ come se qualcuno ti avesse portato via un sogno per il quale hai dato tutto”

Quello di cui poco ci si rende conto è che l’emergenza sanitaria da Coronavirus ha prodotto una crisi economica senza precedenti. Certo, l’esecutivo, attraverso la voce del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del titolare del ministero dell’Economia Roberto Gualtieri, ha più volte posto l’attenzione sulle stime post-Covid-19. Il Pil dell’Italia crolla dell’8% e un terzo delle imprese saranno destinate a chiudere e a non riaprire più. Uno scenario da Seconda Guerra Mondiale, da recessione nera come quella del 1929. E dietro i numeri, ci sono delle persone che vedono il loro futuro sempre più oscuro. “Non riesco più a dormire la notte dal giorno del lockdown”, racconta a Interris.it Fabio Mastrangeli, titolare di una piccola palestra, l’Iron Muscle, ad Albano Laziale alle porte di Roma.

Signor Fabio qual è il messaggio che vuole far arrivare?
“Quello che voglio far capire è che noi proprietari di palestre siamo dimenticati, come molti altri. Anche noi esistiamo. Si sente parlare della ripresa dello sport, che è fondamentale per tutta una serie di motivi, ma per quanto riguarda le attività come la mia nulla è pervenuto”.

Che effetti ha prodotto il Coronavirus sul suo esercizio commerciale?
“Quando ho chiuso il primo mese, mi sono detto: ‘ok, non è niente si può andare avanti’. Ma subito dopo, la mente ti si riempie di pensieri. E gli effetti sono subito evidenti. Mi deve credere, anche dal punto di vista psico-fisico ho subito dei danni rilevanti. I miei amici, con i quali scambio due parole in video chiamata, mi dicono di essere preoccupati per come mi vedono, così dimagrito”.

Lei ritiene corrette le norme restrittive dell’esecutivo?
“Io penso siano indispensabili ed ho accettato di tenere chiuso. Ma devo continuare a pagare l’affitto, ogni mattina arrivano le bollette: quattro o cinquecento euro. Le spese del commercialista e accessorie. Ho comprato tempo fa due macchinari da 7mila euro. A saperlo non lo avrei mai fatto. E il conto corrente inizia a essere completamente vuoto”.

Qual è il suo pensiero ricorrente?
“Mi domando, come farò a difendere quello che ho creato? Con anni di sacrifici. Ho investito quasi 90mila euro dal 2008, tutto quello che avevo. Ora sembra andare completamente in fumo”.

Lei ha una famiglia?
“Si io ho figli. Ho la partita Iva e faccio anche il personal trainer, pago sempre le tasse. Ora non riesco a dare nemmeno un soldo ai miei figli. Capisce cosa significa questa cosa? Sono giù di morale perché non mi era mai capitato”.

Tutto ciò ha delle conseguenze sulla sua persona?
“Comincio a soffrire di ansia, mi sudano le mani e i piedi. La notte praticamente non dormo. Mi struggo perché, poi, vedo che nessuno ne parla. Dicono che si riapre per i professionisti, ma loro alla fine stanno bene. Ma noi che abbiamo delle piccole attività, no”.

Come se lo immagina il suo futuro?
“Quando riapriremo invece di far entrare trenta persone, permetteremo l’ingresso solo a dieci. Sarà un grande problema per sostenere i costi, come l’affitto e i servizi. E quello che davvero mi distrugge è che i sette ragazzi che collaborano insieme a me, sarò costretto a lasciarli a casa. La settimana scorsa, ho sentito uno di questi ragazzi a cui ho spiegato la situazione. Lui vive solo di questa collaborazione. Quando abbiamo parlato, non può immaginare quanto ci sia stato male. Nelle piccole palestre ci sono tante di queste figure che poi devono pagare l’affitto di una casa, portare da mangiare alle proprie famiglie”.

Facciamo un passo indietro, come ha accolto la notizia del lockdown?
“Quando all’inizio se ne vociferava, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Anche nella mia palestra. In ogni caso, noi avevamo già deciso di prendere dei provvedimenti per l’igiene. Nel senso che abbiamo obbligato chiunque entrasse a lavarsi bene le mani, a mantenere la distanza. Inoltre, contingentavamo anche gli ingressi per evitare qualsiasi forma di assembramento”.

E quando il governo ha ufficializzato la chiusura?
“Io stavo sopra il letto. E’ come se mi avessero percosso. Ho sentito un peso enorme sul cuore. Mi sono alzato e non riuscivo a smettere di ripetere: ‘Oh Dio, oh Dio, adesso che chiudo come faccio? Come faccio a pagare l’affitto di casa?’. Neanche mia moglie lavora e sono due mesi e mezzo che sta a casa senza uscire”.

Lei ha trovato qualche forma di sostentamento alternativo?
“Alcuni amici, sapendo del mio stato di estremo bisogno, mi hanno offerto di fare le consegne spesa per gli anziani. Li devo ringraziare, perché è solo grazie a loro che per il momento sto riuscendo a pagare l’affitto di casa e a fare un minimo di spesa”.

Né lei né sua moglie avete ricevuto sussidi?
“No. Nessun sussidio. Abbiamo fatto la richiesta dei buoni pasto. Ma nemmeno ai miei ragazzi sono arrivati i famosi 600 euro. Mentre a tanti proprietari di negozio sono arrivati”.

Cosa ha significato tutto questo per lei?
“Per me è un disastro. Ho poco appetito perché sono subissato dai pensieri. Non dormo. Prima avevo sempre il sorriso, ora ho uno sguardo diverso. Consideri che mia figlia più piccola ha detto alla mamma: ‘Cosa ha papà? Lo vedo strano. E’ triste?’. Era preoccupata per me. Sente che mi sto spengendo piano piano. Questa è la verità. E’ come se qualcuno ti avesse portato via un sogno per il quale hai dato tutto, hai investito tutto”.