“Convivialità Festival”: sport e inclusione uniti nel “terzo tempo”

L'importanza dello sport inclusivo e del fare comunità spiegati a Interris.it dal dott. Matteo Lenelli, referente di“Convivialità Festival” per cooperativa Novo Millenio

Gli ideatori di “Convivialità festival” (© Consorzio “Farsi Prossimo”)

L’attività sportiva, in ogni sua declinazione, può diventare uno strumento di benessere e inclusione, coinvolgimento dei cittadini con disabilità e fragilità, nonché favorire esperienze di scambio con il volontariato giovanile, le istituzioni scolastiche e le aziende.

L’esperienza di Monza

Questi presupposti hanno fatto sì che, a Monza, tra oggi e domani, ha luogo il “Convivialità Festival”, organizzato dalla cooperativa Novo Millennio del Consorzio Farsi Prossimo, una realtà promossa nel 1993 nell’ambito delle attività della Fondazione Caritas Ambrosiana, insieme alla Rete TikiTaka e Immaginabili Ri.Sorsi, nell’ambito del progetto Prossimo Sport reso possibile grazie a un finanziamento della Rete RIUSE e al supporto della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, che da anni sostiene e affianca le attività promosse da TikiTkaka nel territorio della provincia per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità. L’iniziativa, che gode del patrocinio del comune di Monza, vedrà la presentazione di vari esempi di welfare generativo compiuti attraverso lo sport e la valorizzazione della convivialità. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità, ha intervistato il dott. Matteo Lenelli, referente per l’iniziativa per la cooperativa Novo Millenio.

Foto di Nadine Shaabana su Unsplash

L’intervista

Dott. Lenelli, come nasce e che obiettivi ha il “Convivialità festival”?

“Il ‘Convivialità festival’ nasce dall’intento di mettere insieme il lavoro che svolgiamo all’interno delle reti sociali. Il consorzio ‘Farsi Prossimo’, di cui la cooperativa ‘Novo Millenio’ fa parte, attraverso la rete ‘Riuse’, ovvero quella che attraverso i cassonetti gialli, effettua la raccolta degli abiti usati per poi immetterli in un nuovo canale al fine di metterli a disposizione di persone che ne hanno bisogno, è nato il progetto ‘Prossimo Sport’. Quest’ultimo mette in connessione tutte le cooperative del consorzio che si occupano di sport inteso anche come momento di cura e di relazione per alcune persone con fragilità. Avevamo bisogno di creare un evento per mettere in connessione lo sport con i luoghi della città e, di conseguenza, abbiamo pensato al ‘Convivialità festival’. Esso unisce al discorso sportivo quello che, nel rugby, viene definito ‘terzo tempo’, ovvero l’incontrarsi e lo stare insieme dopo aver praticato sport. Abbiamo quindi riunito cinque birrifici sociali e produttori di vino che lavorano con la fragilità, i quali verranno al festival a raccontare i loro progetti di inclusione e a presentare la loro produzione. Il bisogno a cui vogliamo dare una risposta è quello di fare rete fra reti già esistenti. Questo è il senso più profondo del ‘Convivialità festival'”.

In che modo, in base alla vostra esperienza, attraverso lo sport e la conseguente convivialità si genera inclusione sociale?

“Lo sport, per certi versi, è l’esemplificazione della vita. È l’ambito in cui, fin da bambini, si impara a relazionarsi con gli altri, a darci degli obiettivi e, talvolta, le sconfitte e i limiti. Pensiamo quindi che, il ‘Convivialità festival’, possa aiutarci a far comprendere ancora di più il significato di ciò che facciamo, ovvero il ‘welfare generativo’. Questo concetto implica delle connessioni tra i singoli individui, le famiglie, le cooperative e le associazioni, le quali lavorano insieme partendo dall’ascolto degli interessati che, in tal caso, sono coloro che hanno una fragilità. Ci siamo accorti che, l’attività sportiva, è una delle modalità più facili e divertenti per coinvolgere le persone, non necessariamente in modo attivo. Nel progetto ‘Prossimo Sport’, ad esempio, c’è chi viene a fare le fotografie o un tifo positivo. Intendiamo influenzare, in modo creativo, costruttivo e partecipativo le politiche sociali e, pensiamo che, farlo attraverso lo sport, sia uno dei modi più immediati e coinvolgenti per la cittadinanza e per le comunità che attraversiamo”.

Quali sono i vostri auspici per queste giornate di festival?

“Vogliamo dare sempre più solidità alle nostre reti. ‘Convivialità festival’ viene organizzato all’interno del consorzio ‘Farsi Prossimo’, ovvero una rete di tredici cooperative ed è reso possibile da un finanziamento della rete ‘Riuse’. A questo evento partecipano delle realtà appartenenti alla rete ‘Tiki Taka’, la quale mette insieme diversi soggetti dell’ambito monzese. Invece, tutta la parte concernente i birrifici sociali e i produttori di vino, è organizzata da ‘Immaginabili Risorsi’, che opera nell’ambito della disabilità. Il nostro auspico è di far dialogare ma soprattutto incontrare queste realtà. ‘Convivialità festival’ deve essere un’occasione per stare insieme e di scambio di storie. Pensiamo che, da questo, possano nascere nuovi progetti con la finalità di migliorare le comunità in cui viviamo”.