Beato Carlo Acutis, un ponte solidale con la disabilità e l’indigenza nelle Filippine

Nel segno del "patrono dei millenials" Con l'aiuto dei fedeli vengono prodotti bricchetti di carbone tramite una tecnologia rivoluzionaria, usando rifiuti, scarti e, prima di tutto, le ninfee. Parla Riverita Soriano segretaria del progetto delle Filippine

Gmg
Al Beato Carlo Acutis è stato intitolato un anno fa  l’oratorio di San Nicolò a Fabriano su iniziativa del parroco don Aldo Buonaiuto. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative ispirate al “patrono dei millennials“. Indicato dalla Chiesa come “modello di fortezza. Alieno da ogni forma di compromesso. Consapevole che per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo. Anche a costo di andare controcorrente”. Al via il bando per il Premio Francesco d’Assisi e Carlo Acutis. Mentre  procede il progetto nelle Filippine dei vincitori 2022.
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Nel segno del Beato Acutis

Riverita Soriano è la segretaria del progetto in sintonia nelle Filippine con la spiritualità e l’afflato sociale del santo dei giovani. Con l’aiuto dei fedeli vengono prodotti bricchetti di carbone. Tramite una tecnologia rivoluzionaria. Usando rifiuti, scarti. Em prima di tutto, le ninfee. “Sono già iniziati i primi incontri con aziende professionali. Per la costruzione dell’edificio dove verranno prodotti i bricchetti di carboni”, racconta Riverita Soriano. Ii progetto “Ecobriqs Charcoal Briquettes”, infatti, viene portato avanti da un gruppo di 15 persone con disabilità. Un’iniziativa sbocciata alla diocesi di Pasig, nelle Filippine (Manila metropolitana). Ne sono protagonisti soggetti fragili. Senza lavoro. Poverissimi. Il progetto ha vinto i 50 mila euro dell’edizione 2022 del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis”.
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La tomba con il corpo esposto di Carlo Acutis, ad Assisi

Rinnovamento

Sono intanto stati aperti i termini di presentazione delle domande. Per partecipare all’edizione 2023. Il bando per il 2023 è online sul sito www.francescoassisicarloacutisaward.com. Le richieste di partecipazione devono essere presentate entro il 31 dicembre 2022. Il premio, spiegano alla diocesi di Assisi, è istituito allo scopo di “promuovere un rinnovamento dell’economia. All’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani. A partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati. Nella prospettiva evangelica dell’unica paternità di Dio. E del suo disegno di amore per tutti i suoi figli“. Il progetto vincitore riceverà anche quest’anno una corresponsione in denaro. Al massimo di 50 mila euro. Frutto della sensibilità di un comitato di sostenitori. Al vincitore sarà inoltre consegnato un foulard. In ricordo del gesto con cui l’allora vescovo di Assisi, Guido, coprì il giovane Francesco Bernardone. Nel momento della sua spogliazione. E un’icona con il logo del Premio. Con i volti di San Francesco e del Beato Carlo Acutis.
Francesco

Il Beato ad Assisi

Quindici anni, una vita piena di attività, una fede matura. Un amore sconfinato per Gesù. Nel Beato Carlo Acutis si ritrova la frenesia di questo tempo. Ma, osserva Vatican news, con una prospettiva all’eternità. E non alle cose del mondo. Forse in questo sta il suo fascino. E in questo ci sono le risposte che tanti giovani trovano in lui. Lo dimostra l’interesse che manifestano e il pellegrinaggio davanti alla sua tomba. Nel Santuario della Spogliazione ad Assisi. “I luoghi di Francesco e il corpo del beato Carlo Acutis sono vie per incontrare il Signore – afferma il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino-. Le loro immagini, poste insieme all’ingresso del Santuario, additano Gesù”. Carlo Acutis è stato beatificato ad Assisi il 10 ottobre 2020. A 14 anni dalla sua morte. Avvenuta a causa di una leucemia fulminante.  Le spoglie del Beato Acutis resteranno esposte in modo permanente nel santuario francescano. Due mesi fa la tomba del patrono dei millennials è stata riaperta. A pochi giorni dalla inaugurazione della “porta di San Francesco”. Riportata alla luce dopo 800 anni. Per consentire ai fedeli di rivivere il gesto con cui il Poverello, nel vescovado, si spogliò di tutti i beni terreni.