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Piano di assistenza socio-psicologica alle vittime di eventi Cbrn (Chimici-Biologici-Radiologici-Nucleari)

La priorità è l’assistenza, soprattutto socio-psicologica alle vittime di eventi “Cbrn”. L’acronimo ne sintetizza l’origine chimica, biologica e radio-nucleare. Siano essi eventi intenzionali, accidentali o naturali. Ora un progetto innovativo pone al centro il reintegro ambientale. Per ovviare ai significativi divari con le raccomandazioni internazionali. “Un codice delle ricostruzioni – o più in generale un codice della ripresa – va adottato al più presto- spiegano i promotori dell’iniziativa- L’obiettivo è coprire alcune lacune importanti della fase post-emergenza. Cioè quella che resta la più trascurata di tutto il ciclo di gestione“. Tra le principali lacune rilevate dai ricercatori c’è uno scarso coinvolgimento del pubblico nella valutazione del rischio e delle vulnerabilità locali. Oltreché un’insufficiente attenzione alle necessità dei gruppi più fragili. Quelli che, in genere, sono colpiti in maniera significativa durante una situazione di emergenza. Ossia bambini, anziani, persone con disabilità, migranti. Ciò rende ancora più importante assicurare un’adeguata catena di comando. Anche nel caso di emergenze ibride che possano interessare più settori.

Sos assistenza

Rischio nucleare e nuova crisi pandemica, dunque. L’Italia, sottolineano gli esperti, deve fare di più per prevenire e prepararsi ad affrontare situazioni di emergenza. Serve un piano per affrontare le criticità del sistema di fronte ai pericoli chimici, biologici, radio-nucleari. A dimostrarlo sono  risultati del progetto di ricerca “Cbrn-Italy”. Coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. E realizzato insieme alle università di Firenze, Bologna, Torino. I nodi da sciogliere nel sistema Italia riguardano appunto ri ischi chimici, biologici, radio-nucleari. Come certifica il rapporto finale del progetto di ricerca “Cbrn-Italy. Finanziato dal bando Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) del ministero dell’istruzione, università e ricerca. Il professor Andrea de Guttry è ordinario di Diritto Internazionale dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il docente ha coordinato il progetto al quale hanno partecipato ricercatori delle università di Firenze, Bologna, Torino. Sono numerosi gli scenari presi in esame negli anni di sviluppo dell’iniziativa. Inclusa la minaccia di terrorismo con agenti chimici, biologici, radio-nucleari. E il verificarsi di incidenti industriali. O di eventi naturali che portino al loro rilascio. E, infine, l’utilizzo di armi chimiche, biologiche, radio-nucleari.

Obblighi internazionali

Il progetto di ricerca ha dapprima realizzato una mappatura di obblighi e raccomandazioni internazionali. Con il focus sulla protezione da eventi chimici, biologici, radio-nucleari. E in un secondo momento ha analizzato in quale misura l’Italia stia dando attuazione a queste linee guida. L’urgenza è quella di prevenire una crisi sanitaria globale. Di prepararsi ad affrontare le conseguenze catastrofiche di un’esplosione nucleare. Di avere un piano per il post-emergenza e il ritorno alla normalità. “Il diritto internazionale – commenta il professor Andrea de Guttry –  stabilisce che, per ognuna di queste situazioni, è necessario adottare misure specifiche“. La mancata adozione di misure specifiche può avere conseguenze catastrofiche sulla salute delle persone e sull’economia di un Paese. L’appello dei ricercatori che hanno partecipato al progetto “Cbrn Italy” è che “obblighi e raccomandazioni internazionali non siano più tralasciati dai decisori politici” . E che “le principali criticità evidenziate siano affrontate in via prioritaria”.

Rischi

“A confermare la necessità di intervenire subito sono i ripetuti bombardamenti nelle immediate vicinanze della centrale di Zaporizhzhia, in Ucraina. Ciò, infatti, solleva in maniera drammatica il pericolo reale di una esplosione nucleare. Le cui conseguenze si propagherebbero ben oltre i confini dell’Ucraina. Come ribadito in questi giorni dal direttore generale dell’Aiea. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica- evidenzia Andrea de Guttry-. La guerra in Ucraina espone anche il nostro Paese a rischi enormi. Inoltre l’emergenza Covid ha messo in luce lacune evidenti. Ci appelliamo, quindi, a policy e decision makers italiani. Affinché questi ritardi vengano presto colmati”.  Le “significative criticità del sistema Italia” descritte nel rapporto finale del progetto “Cbrn-Italy” interessano vari ambiti. La prevenzione e la pianificazione delle emergenze dovrebbero essere sostenute da una strategia olistica e multi-rischio. Per la riduzione del rischio di disastri. A prevederlo è il Sendai Framework. Cioè il principale documento di riferimento internazionale sulla riduzione del rischio di disastri adottato nel 2015. E successivamente approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un testo che avrebbe dovuto essere adottato entro il 2020.

Piattaforma per l’assistenza

La strategia, poi, dovrebbe essere sostenuta in Italia da una piattaforma nazionale per la riduzione del rischio (che non appare a oggi operativa). E dovrebbe prevedere un coordinamento con altri strumenti. Come la Strategia di adattamento al cambiamento climatico. La Strategia nazionale per la cybersicurezza. O la Strategia per la protezione delle entità critiche che sarà obbligatoria dopo l’adozione della nuova Direttiva Ue sulle entità critiche. Prevista per la fine del 2022 o al più tardi inizio 2023. E già il nuovo Codice della Protezione Civile introduce importanti novità in tema di prevenzione e pianificazione.

 

Giacomo Galeazzi

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