Amici sul Soglio di Pietro. Vite parallele al servizio della Chiesa

Angelo Giuseppe Roncalli e Giovanni Battista Montini: "due uomini simili e diversi", come li definì il futuro Benedetto XVI

Amici

Amici al Concilio. Dopo i primi tentennamenti il Vaticano II (aperto da Giovanni XXIII) trovò il fulcro delle sue riflessioni sull’idea di Chiesa grazie soprattutto grazie all‘intervento di monsignor Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano. Il Concilio era stato persino accusato da qualcuno di “narcisismo ecclesiologico”. Per smontare questa accusa e salvare la “creatura” del papa buono fu necessaria l’allocuzione di Paolo VI nell’ultima sessione pubblica del Concilio il 7 dicembre1965. La storia di due preti amici che dopo aver attraversato larga parte del ‘900 nel servizio alla Chiesa e al mondo diventano i papi del Concilio Vaticano II, del dialogo, della pace. A raccontarla sulla base di documenti anche inediti, è il nuovo libro del saggista e scrittore Marco Roncalli dal titolo “Giovanni XXIII e Paolo VI. Due vite intrecciate” (Editrice Morcelliana). Il testo ne ripercorre le parabole umane e spirituali. Dalle radici alla fine del pontificato di Giovanni XXIII e all’elezione di Paolo VI. Seguendone le esperienze diplomatiche e pastorali. Ma anche il continuo dialogo con la società contemporanea. Due “uomini simili e diversi“, come li definì il futuro Benedetto XVI.Amici

Amici in Vaticano

Due santi pontefici che, evidenzia Francesco, “hanno saputo guidare la Chiesa in tempi di grandi entusiasmi, domande e sfide”. Due sacerdoti prima chiamati a responsabilità diverse e poi allo stesso destino. Pontefici dopo due conclavi consecutivi. Legati da un’amicizia discreta ma intensa. Hanno avuto vite a tratti parallele. A tratti intrecciate. Pronte a dare concretezza al Vangelo. Servendo, specie nelle drammatiche vicende del loro tempo, non solo i cattolici. Un legame davvero singolare quello che unì Angelo Giuseppe Roncalli, poi Giovanni XXIII, e Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI. Bergamasco il primo, bresciano il secondo. Un legame stretto da tanti impegni del loro servizio. Ma pure rafforzato da una sintonia sempre maggiore nella loro visione della Chiesa e della società. Di grande interesse anche l’analisi delle loro posizioni davanti al fascismo. Poi, regnante Pio XII, delle loro azioni congiunte a favore della pace. E in soccorso agli ebrei in fuga dalla persecuzione durante la seconda guerra mondiale. Ma pure nel dopoguerra. Per scongiurare l’esecuzione di condannati a morte dal regime franchista. Oppure i comuni confronti sull’evoluzione politica in Italia. Che vedono i due pastori, sotto l’osservazione del Sant’Uffizio. Alle prese con correnti come la Base e l’apertura a sinistra.Amici

Amici comuni

Altrettanto rilevanti le parti del saggio relative al mondo del lavoro. Alla guerra fredda e all’avvio dell’ostpolitik. Al loro contributo alla cultura. Al rapporto con i collaboratori. Ossia il segretario Loris Francesco Capovilla. Il confessore Alfredo Cavagna. Monsignor Angelo Dell’Acqua. Oltreché le relazioni con altri amici comuni. E altro ancora. Mai dimenticando però- ed è quello che si legge in filigrana nelle pagine – che il vero “incontro” fra Roncalli e Montini avvenne nei caratteri profondi della loro spiritualità– Segnata da vena oratoriano-filippina. Umanesimo devoto. Cristianesimo sociale. Mistica dell’umiltà contemplativa. Apertura alla modernità, come già Tommaso Gallarati Scotti aveva osservato. Insomma la vera storia dei due uomini che hanno dato vita ai due pontificati centrali del “secolo breve”. Fondamentali per capire la Chiesa di oggi e l’operato dei loro successori.  Nato a Concesio (Brescia) il 26 settembre 1897, papa Montini inaugurò la tradizione dei pontefici viaggiatori (Terrasanta, India). E lasciò tre memorabili encicliche. Dedicate ai popoli del terzo mondo. Al divieto di anticoncezionali. E al celibato dei preti. Storico il suo appello alle Brigate Rosse per la liberazione di Aldo Moro.amici

Diari e appunti

Il libro di Marco Roncalli è una ricostruzione densa e accurata. Fondata sui documenti e le voci degli ultimi testimoni. E cioè la corrispondenza tra i due (oltre duecento lettere ufficiali o private). I loro diari, appunti, taccuini. Le memorie dei loro collaboratori più vicini. Le tante tracce disseminate nelle tappe biografiche costellate di incontri. Qui narrate e interpretate insieme per la prima volta. A partire dalle radici e dagli anni vissuti nelle terre d’origine. Lungo i periodi della formazione. Del lavoro diplomatico di Roncalli in Bulgaria, Turchia, Grecia, Francia, e di Montini in Segreteria di Stato. Quindi scandagliando l’impegno pastorale dell’uno a Venezia e dell’altro a Milano. Dall’elezione di Giovanni XXIII e all’avvio del Vaticano II. Insomma la storia di due preti amici che dopo aver attraversato larga parte del ‘900 nel servizio alla Chiesa e al mondo diventano i Papi del Concilio, del dialogo, della pace.

Traghettatore

Paolo VI ovvero il pontefice che guidò la Chiesa dal 1963 fino alla morte, avvenuta nel 1978. Attraversando anni segnati da tensioni sociali. Liberalizzazione dei costumi. Laicizzazione della società, grandi crisi internazionali. Una testimonianza ricostruita in occasione del 60° anniversario dell’elezione di Giovanni Battista Montini. A Paolo VI è toccato traghettare nel mondo la chiesa del Concilio. Mantenere la rotta tra la tempesta del ’68 e la tragica guerra del Vietnam. Gestire il travaglio interno alla Chiesa provocato dalle spinte della cosiddetta teologia della liberazione. Ma soprattutto al Pontefice bresciano toccò assistere impotente e dolente alla morte violenta per mano brigatista dell’amico di sempre Aldo Moro. Il suo appello agli ”uomini delle Brigate rosse”, per il rilascio ”senza condizioni” dello statista democristiano è senza dubbio il momento più sofferto e ricordato del suo pontificato.