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Affidamento familiare: ecco cosa non funziona a 40 anni dalla legge

Genitorialità sociale: il "tavolo nazionale affido" raccoglie le associazioni e reti che in Italia si occupano del tema e chiama a raccolta tutti i soggetti che hanno un ruolo importante nella questione

E’ sempre più evidente la necessità di un rilancio a 40 anni dall’approvazione della legge sull’affidamento familiare. Il Tavolo nazionale “affido” raccoglie le associazioni e Reti che in Italia si occupano di affido familiare. E chiama a raccolta tutti i soggetti che hanno un ruolo importante nella questione. Un’opportunità, spiegano i promotori dell’iniziativa, per “tutte le famiglie, le coppie e le singole persone che si sentono disponibili a vivere un’esperienza di genitorialità sociale”. E che “hanno nella propria vita e nella propria casa lo spazio per accogliere un’altra persona. Fra le varie azioni di supporto alle famiglie di origine attivate, una riveste particolare importanza. E cioè l’intervento della famiglia d’appoggio.affido

Accoglienza temporanea

Questa importante forma di solidarietà fra famiglie, secondo gli esperti, “mira a fornire alla famiglia in difficoltà un sostegno concreto, sia fattivo che emotivo, nella vita di tutti i
giorni”. E a “facilitare l’integrazione della famiglia nella comunità”. Per “consentire al bambino di stare nella propria casa o di tornarvi al più presto. L’affidamento familiare, infatti, è “l’accoglienza temporanea nella propria casa e nella propria vita di un bambino o di un ragazzo”. Durante l’affidamento rimane il legame fra il bimbo e la sua famiglia di origine. L’affidamento è dunque un aiuto rivolto al bambino o al ragazzo. Al quale viene data la possibilità di crescere in un ambiente familiare adeguato mentre i suoi genitori sono in difficoltà. Rispettando la sua storia individuale e familiareaffido

Focus sull’affidamento

“Ogni bambino ha diritto ad una famiglia”. È questo il tema al centro della campagna di informazione e comunicazione del comune di Genova dedicata all’infanzia e alla adolescenza. Nel capoluogo ligure le esperienze in corso nel 2023 sono già 228. “Il comune ha sempre voluto investire molto nella promozione dell’affido familiare- spiega l’amministrazione comunale-. Dal 2020 si è registrato un progressivo incremento delle esperienze di affido familiare. 257 nel 2020, 260 nel 2021, 265 nel 2022 e, come detto, già 228 avviate nel 2023″. Con questa campagna di informazione, a 40 anni dalla legge 184, le politiche sociali del Comune di Genova forniscono le informazioni necessarie per chi fosse interessato all’affido. “L’anniversario della legge 184 – afferma l’assessore alle Politiche sociali Lorenza Rosso- offre l’occasione per chiedere alla cittadinanza la disponibilità all’accoglienza e a nuovi percorsi di affido familiare”.affido

Tavolo

Per rinnovare l’attenzione e consolidare il “patto di accoglienza” tra istituzioni, associazioni, famiglie e tutta la comunità. Nella certezza che la promozione dei diritti dell’infanzia costituisca un impegno costante. Non solo per gli operatori sociali e sanitari. Ma anche per tutta la rete di famiglie e associazioni che quotidianamente operano per rispondere ai bisogni dei più piccoli. Nell’ottica della promozione delle diverse forme di affido familiare sul territorio genovese, lo scorso gennaio è nato il Tavolo comunale delle associazioni per l’affido. Ed è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra il Comune di Genova, la Rete delle associazioni di affido familiare. Coordinamento Affidamento.net, Alpim, Auser, Batya, Comunità Papa Giovanni XXIII, Famiglie per l’accoglienza, Gefyra Il Ponte dei Bambini. E la Asl 3 genovese per promuovere, sensibilizzare e sostenere l’affido familiare.

Forme di affidamento

Ad occuparsene è stato anche un forum a Montecitorio con rappresentanti delle istituzioni  come Lorenzo Fontana ed Eugenia Roccella.  L’affidamento familiare è una forma di intervento ampia e duttile che consiste nell’aiutare una famiglia ad attraversare un periodo difficile prendendosi cura dei suoi figli. Attraverso un insieme di accordi collaborativi fra famiglie affidatarie e i diversi soggetti che nel territorio si occupano della cura e della protezione dei bambini e del sostegno alla famiglia. L’affidamento familiare, generalmente, è un intervento di breve e medio periodo rivolto soprattutto a famiglie in particolare difficoltà nella cura e nell’educazione dei figli. La pluralità di modalità in cui si articola l’affidamento familiare corrisponde alla necessità di dare risposte adeguate ed appropriate ai differenti bisogni del bambino e della sua famiglia. Le diverse tipologie di affidamento familiare si pongono in un continuum e fanno comunque riferimento alla stessa finalità di riunificazione del bambino con la propria famiglia.

Fraternità

Alla fine del 2019 bambini e ragazzi di minore età in affidamento familiare in Italia erano, al netto dei minori stranieri non accompagnati, 13.555. Cioè l’1,4 per mille della popolazione minorile residente, in lieve diminuzione rispetto al dato del 2018. E’ quanto emerso nel corso della tavola rotonda “La carità costruisce per sempre: l’affido come accoglienza” organizzata dall’Associazione Fraternità. L’organismo di Monte Cremasco (Cremona) riunisce 200 famiglie volontarie per fare accoglienza attraverso l’affidamento familiare. Al termine di queste lunghe accoglienze ciò che attende i bambini e ancor più i ragazzi stranieri è in prevalenza il rientro nel nucleo familiare di origine (34%) al 12,6% l’affidamento preadottivo. 10% in altra famiglia/singolo affidataria. 15,4% servizio residenziale. 4,5% raggiungimento di una vita autonoma. 3,1% destinazione ignota. Voce “altro” il 20,4%

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