L’etica di papa Francesco per un’epoca difficile

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L’etica di Francesco in tempi difficili. Jorge José Ferrer è professore di Teologia morale alla Pontificia Università Cattolica di Porto Rico. Su Civiltà Cattolica il teologo si richiama al Magistero di Jorge Mario Bergoglio sull’etica. Francesco cita un documento della Commissione teologica internazionale. “La legge naturale non può essere presentata come un insieme già costituito di regole che si impongono a priori al soggetto morale. Ma è una fonte di ispirazione oggettiva per il suo processo, eminentemente personale, di presa di decisione“. Una riflessione  “in cerca di un’etica universale”. Per un “nuovo sguardo sulla legge naturale“. Un’etica dalle evidenti implicazioni sociali.eticaSecondo molti analisti di questioni ecclesiali, se Francesco ripetesse alcuni brani delle omelie dei primi Padri della Chiesa, del II o del III secolo, su come si debbano trattare i poveri, ci sarebbe qualcuno ad accusarlo che la sua è un’omelia marxista. Per esempio, non è del tuo avere che tu fai dono al povero, tu non fai che rendergli ciò. Poiché gli appartiene. Poiché è quel che è dato in comune per l’uso di tutti, ciò che tu ti annetti. La terra è data a tutti, e non solamente ai ricchi. Sono parole di sant’Ambrogio, servite a papa Paolo VI per affermare, nella Populorum Progressio, che la proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato e assoluto. E che nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario. San Giovanni Crisostomo affermava: “Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro”.EticaCommenta Francesco: “Come si può vedere, questa attenzione per i poveri è nel Vangelo, ed è nella tradizione della Chiesa, non è un’invenzione del comunismo e non bisogna ideologizzarla, come alcune volte è accaduto nel corso della storia“. E la Chiesa quando invita a vincere quella che ho chiamato la “globalizzazione dell’indifferenza” è lontana da qualunque interesse politico e da qualunque ideologia. Mossa unicamente dalle parole di Gesù vuole offrire il suo contributo alla costruzione di un mondo dove ci si custodisca l’un l’altro e ci si prenda cura l’uno dell’altro. L’attenzione ai poveri richiede anche un diverso atteggiamento pastorale. Jorge Mario Bergoglio, nell’omelia della messa di inaugurazione del pontificato del 19 marzo 2013, ha esortato i fedeli a “non avere paura della tenerezza“. Perché “il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza”. Infatti la tenerezza non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Un concetto fondamentale per il pontificato della misericordia. L’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, ribadisce il 20 novembre 2014 France sco nel messaggio in occasione della XIX seduta pubblica delle Accademie.EticaAll’indomani del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, Jorge Mario Bergoglio ha affidato il cammino della Chiesa alla materna e premurosa intercessione di Maria, perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Perciò questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. Un mese dopo, la notte di Natale del 2014, Francesco ha sottolineato, durante la celebrazione nella basilica di San Pietro. “La vita va affrontata con bontà, con mansuetudine, quanto bisogno di tenerezza ha oggi il mondo, la risposta del cristiano non può essere diversa da quella che Dio dà alla piccolezza umana”,  evidenzia il Pontefice  Con la stessa intensità il 29 marzo 2015, nell’omelia della domenica delle Palme, il Papa ha lanciato un accorato appello ai giovani. “Lasciatevi riempire dalla tenerezza del Padre, per diffonderla intorno a voi”, sollecita Francesco.