Sospesa la cessione dello stabilimento Whirlpool

E'stata sospesa fino – e non oltre – il 31 ottobre la Procedura di cessione dello stabilimento di Napoli della Whirlpool. È quanto è riuscito a strappare il governo dall'azienda statunitense per riaprire il confronto. A breve il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli incontrerà l'ad di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, ma lo stesso ministro ha osservato che il segnale di sospensione “non è il massimo” e sarebbe stato preferibile l'interruzione; ora si tratta di andare “a vedere le carte”. Da parte sua, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che “ritiene non soddisfacenti e non risolutivi i contenuti della lettera” inviata all'esecutivo dai vertici dell'azienda, per annunciare la sospensione: l'interlocuzione servirà a capire “se ci siano ulteriori elementi di novità, con particolare riguardo al superamento definitivo del precedente piano di reindustrializzazione”. “Il governo – si legge su agi.it – si dice determinato a mettere in campo tutte le azioni necessarie, per quanto di propria competenza, per mantenere questo presidio industriale e sollecita i vertici della multinazionale a far chiarezza su quali siano gli ostacoli e le difficoltà che impediscono la prosecuzione del progetto e degli impegni già assunti. L'intento è creare tutte le condizioni perché venga mantenuto sul territorio il presidio industriale e vengano salvaguardati i livelli occupazionali”. Whirlpool da parte sua si dice pronta a riprendere il confronto e “la discussione di merito sul progetto identificato, che dia un futuro di lungo periodo al sito di Napoli e ai suoi 400 lavoratori”.

Sindacati sul piede di guerra

Ma la sospensione “a orologeria” suona come “un'offesa” ai lavoratori, dicono i sindacati, che restano sul piede di guerra. “La procedura ex articolo 47 sul trasferimento di ramo d'impresa, avviata il 18 settembre, prevede che la cessione avvenga a partire da 25 giorni, quindi la scadenza sarebbe stata il 12 ottobre; ma nella lettera di avvio di procedura – hanno fatto notare i sindacati sempre su Agi – l'azienda aveva già scritto che la cessione sarebbe stata perfezionata entro il 31 ottobre”. L'ipotesi mossa da Whirlpool è la cessione del sito alla svizzera Prs (Passive refrigeration solutions) che produce containair refrigerati. Una azienda che – secondo Fim, Fiom e Uilm – non fornirebbe sufficienti garanzie per un futuro produttivo ai dipendenti. Il nodo è il rispetto degli accordi firmati nel 2015 e nel 2018, che prevedevano la produzione di lavatrici a Napoli. Se si lascia vendere lo stabilimento campano – è il ragionamento dei sindacati – si apre la porta della dismissione di tutti gli impianti dell'azienda in Italia, con circa 6.000 posti di lavoro a rischio.