EBOLA, PEGGIORA L’INFERMIERE ITALIANO. SOMMINISTRATO UN SECONDO FARMACO SPERIMENTALE

Si complica il quadro clinico del paziente italiano “numero 2” che ha contratto il virus ebola mentre si trovava in Sierra Leone con l’organizzazione umanitaria Emergency. Da mercoledì è ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma,  nella mattinata di ieri è comparsa la febbre, pur essendo ”lucido e collaborante”, mentre dalla scorsa notte è comparsa una sintomatologia gastrointestinale ”importante” ed è stato sottoposto a nutrizione artificiale, mentre è stato avviato il trattamento con un secondo farmaco sperimentale.

Il bollettino dell’ospedale, il secondo, spiega che dopo il primo trattamento antivirale specifico, è stato somministrato un secondo farmaco sperimentale non registrato. Il farmaco, già autorizzato con ordinanza dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) del 12 maggio, su indicazione del Ministro della Salute, è arrivato ieri dall’estero. Parallelamente, continua la terapia reidratante per via orale ed endovenosa. Il quadro clinico, rispetto appare più complesso: ”Sono comparsi dei sintomi in più, aggiuntivi – ha spiegato il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Giuseppe Ippolito – rispetto a quelli riportati all’arrivo, di tipo gastrointestinale, comparsi nelle ultime 24 ore e che impediscono l’alimentazione normale del paziente rendendo necessaria quella per via parenterale”.

I sintomi gastrointestinali, precisa, ”sono parte essenziale della presentazione clinica della malattia da virus Ebola, ed il secondo farmaco iniziato costituisce un approccio di terapia combinata nel tentativo di aggredire meglio il virus e l’infezione”. Le prossime ore saranno importanti per capire quale potrà essere l’evoluzione della malattia nell’infermiere di Emergency.

Intanto scoppia la polemica sulla pubblicazione di alcune foto che mostrano persone, senza protezione e vicine alla barella del malato, che a loro volta scattano da cellulari immagini dell’infermiere affetto da Ebola al momento del suo trasferimento dall’Ospedale di Sassari. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha definito ”avvilente” la vicenda: ”In situazioni come questa è necessario cautelare il pubblico, il personale e il paziente; vedere che siano state scattate persino delle foto è stato avvilente. Comunque – ha precisato – il biocontenimento cui ha provveduto il team specializzato dell’Aeronautica militare ha garantito che non vi fossero rischi nell’evacuazione”.

Il ministero, con l’unità di crisi costituita con la regione Sardegna, ha aggiunto Lorenzin, ”ha ripercorso tutte le procedure intervenute ed ha identificato le aree di vulnerabilità, adottando di conseguenza provvedimenti cautelativi per rafforzare le misure di sicurezza già in vigore. Stiamo procedendo anche con un eccesso di precauzione: meglio predisporre misure stringenti – ha avvertito – piuttosto che esporsi a qualsiasi rischio anche remoto”.