La vera rivoluzione dell’assegno unico

Ci sono voluti poco più due anni, tanto è passato da quando il Forum delle Associazioni famigliari iniziò a elaborare una propria proposta di assegno unico da sottoporre al Governo, sulla scorta di molti studi interni e innumerevoli riflessioni incentrate sui temi della fiscalità a cui si era aggiunta l’attenzione per una proposta di legge sullo stesso argomento che dal 2014 era ferma in Senato.

Approvato con voto praticamente unanime ad aprile di quest’anno, su proposta di tre dicasteri, Pari Opportunità, Lavoro e Finanze, che hanno lavorato congiuntamente alla sua definizione, dopo una prima introduzione transitoria denominata “assegno ponte” e destinata solo alle categorie di lavoratori che fino a quel momento non ne avevano mai beneficiato, dall’1 gennaio 2022 l’assegno unico universale è legge.

Questo dispositivo rappresenta certamente un grande passo avanti nell’ambito dei provvedimenti che lo Stato pone in essere a sostegno delle famiglie e la novità consiste proprio nel fatto che l’AUU è una misura strutturale, quindi fissa e non più soggetta alla disponibilità economica del governo in carica in quel momento e riunisce congedi e bonus di varia tipologia, quali Premio alla nascita, Bonus Bebè, Fondo prestiti ai neo genitori, Assegni al nucleo familiare per citarne alcuni, alcuni dei quali attivati come provvedimenti temporanei che per loro natura non godevano di continuità di erogazione.

Se poi consideriamo che la misura si inserisce in un quadro più ampio di proposte a sostegno della genitorialità volte anche a favorire la conciliazione tra vita famigliare e lavoro c’è da augurarsi che pure le altre proposte contenute nel Family Act quali il riordinino delle misure di sostegno all’educazione dei figli e delle figlie, i congedi parentali e di paternità vengano quanto prima definite ed approvate.

La vera rivoluzione che l’assegno unico porta in dote è proprio il suo aspetto universalistico che finalmente pare riconoscere il valore dei figli; non più riservato solo ai lavoratori dipendenti come più sopra riportato d’ora in poi ne beneficeranno tutte le famiglie con uno o più figli, a partire in modo particolare da incapienti, disoccupati e soprattutto lavoratori autonomi che fino ad oggi non ne avevano affatto goduto.

L’AUU da solo, probabilmente non risolverà le criticità e le problematiche legate al progressivo calo delle nascite che coinvolgono e affliggono il nostro Paese da oltre trent’anni tuttavia si propone come uno strumento su cui le famiglie possono contare in maniera stabile e duratura, a partire dal settimo mese di gravidanza fino al 21 anno di età dei figli purché studenti in corso di laurea, tirocinio o servizio civile, mentre non sono posti vincoli nel caso di figli disabili.

Certo si potrà dire che la rivoluzione portata dall’assegno unico universale sarà davvero compiuta quando anche per le famiglie italiane così come già avviene in altri Paesi europei che da tempo si sono dotati di misure analoghe, non sarà più necessario presentare ogni anno la domanda all’INPS come invece è importante fare fin da adesso per ottenere il beneficio e quando l’importo erogato sarà possibilmente del tutto svincolato dalla presentazione della certificazione ISEE dal momento che siamo gli unici ad aver adottato questo correttivo per le sole erogazioni di contributi destinati ai figli e poco altro.

Proprio per trovare nuove strade e interventi che tengano nella giusta considerazione che la tassazione a cui vengono sottoposte le famiglie con figli non può essere la stessa di chi figli non ne ha o è single, che continuerà il lavoro e l’impegno del Forum nei confronti di questo governo e dei prossimi, se sarà necessario, per migliorare l’AUU e apportare migliorie al nostro sistema fiscale affinché diventi veramente un fisco a misura di famiglia.

Non più quindi un contributo a sostegno delle famiglie in particolare quelle numerose quale intervento di contrasto alla povertà che la presenza dei figli può provocare bensì un vero intervento di promozione della famiglia e della famiglia con figli verso cui lo Stato riconoscendone il valore che essi generano si impegna davvero con ogni mezzo a non lasciar sole le famiglie nel non facile quanto entusiasmante ed impegnativo compito di allevare e crescere i cittadini e le cittadine di domani.