La tecnologia nucleare sia messa al servizio della pace

Pace

La globalizzazione è il fattore che ha innescato i fenomeni migratori di massa. In seguito, sono sopraggiunte diverse guerre, conflitti armati e le tensioni internazionali che hanno aumentato il fenomeno che già era in essere e abbastanza strutturato. Il punto di partenza che spinge le persone ad emigrare è la povertà e, noi di Civiltà dell’Amore, da oltre trent’anni, agiamo per favorire lo sviluppo nei paesi di provenienza. Nell’ultima campagna denominata “Salviamo un barcone”, stiamo svolgendo delle azioni per intervenire nelle piccole comunità e/o villaggi di diversi paesi africani, attraverso il soddisfacimento dei loro bisogni reali attraverso microprogetti, microimprese e microcredito. In altre parole, degli interventi capillari mirati sulle persone che, con il loro lavoro, si guadagnano il necessario per vivere e risollevano la qualità della vita nel loro villaggio.

Queste azioni di solidarietà generano un effetto moltiplicativo e, i missionari, sono stati i primi a seguire questa linea di sviluppo con i fondi che noi raccogliamo qui.  Attualmente abbiamo svolto più di trenta microprogetti, che hanno consentito a 500 mila persone in cento villaggi di cambiare totalmente vita, passando da uno a tre raccolti agricoli l’anno. Tutto ciò ha alla base la solidarietà umana e la tutela della dignità.

Su questo versante, abbiamo visto che, la conversione nucleare in energia di pace, consente di svolgere una grande opera. Da ogni bomba atomica che viene eliminata si crea un ricavo complessivo di 500 mila euro che possono essere investiti nello sviluppo dei paesi poveri. In particolare, dagli studi effettuati, abbiamo riscontrato che, eliminando tutte le armi atomiche e convertendole in progetti di autosviluppo, sarebbe possibile eliminare totalmente la povertà nel mondo e garantire una vita dignitosa agli 800 milioni di affamati nel mondo. Inoltre, l’uso pacifico dell’energia nucleare, è una questione aperta per i paesi in via di sviluppo in quanto, molti di loro, sono proprietari di miniere d’uranio e, di conseguenza, prima o poi, decideranno di utilizzarlo e avranno bisogno di tecnologia nucleare per sfruttarla con fini di pace. Questa è una prospettiva storica che potrà maturare velocemente dal punto di vista energetico e per lo sviluppo della popolazione.

Il nostro auspicio per il futuro, quindi, è la pace corredata allo sviluppo. Concretamente, al webinar intitolato “Conversione delle Armi Nucleari in Energia e Sviluppo” a cui, Papa Francesco, attraverso una lettera, ci ha invitato a proseguire nel nostro impegno per la pace. È necessario però ottemperare agli accordi internazionali sul disarmo e sul controllo degli armamenti nucleari. La lezione storica che abbiamo avuto dallo smantellamento di ventimila testate atomiche russe e americane che ha portato a vent’anni di pace deve continuare e si deve perseguire la pace, il dialogo e lo sviluppo reciproco. L’ultimo elemento che auspichiamo, last but not least, è la promozione di una ricerca innovativa nell’ambito del nucleare di pace per dare una risposta adeguata al fabbisogno energetico e al contrasto dei cambiamenti climatici. Pace significa sviluppo e prosperità a livello globale. Dobbiamo impegnarci per perseguirla con tutte le nostre forze.