Sull’asse Roma-Washington non ci sono crepe

Foto ©Palazzo Chigi

Una dichiarazione congiunta che vale oro quanto pesa. Ecco bisogna partire da qui, dalla nota come emessa da Joe Biden e Giorgia Meloni, trasmessa al termine del colloquio alla Casa Bianca per comprendere il valore del viaggio della premier negli Stati Uniti. Perché in quella nota congiunta il presidente americano e la premier italiana riaffermano “l’alleanza incrollabile, il partenariato strategico e la profonda amicizia” tra i due paesi, a prescindere dal colore politico dei governi. Un punto fermo destinato a fissare il perimetro entro il quale si muoverà il nostro Paese, con l’atlantismo a fare da guida, mettendo in seria difficoltà le opposizioni e forze contrarie a questo tipo di lettura della realtà. Sull’asse Roma-Washington non ci sono crepe e il sole è più alto che mai.

Certo, la curiosità di come sarebbe stata accolta la prima presidente del consiglio leader di un partito di centrodestra, che poco più di un anno fa aveva partecipato alla convention dei Repubblicani in Florida, era tanta. Ma fin dai sorrisi davanti alle telecamere nello studio ovale è stato evidente che la sintonia tra Biden e Meloni era forte. “La prima volta che ti ho incontrata ho pensato di conoscerti da molto tempo”, è la battuta con cui il presidente statunitense si è rivolto alla premier ricordando le origini italiane di parte della sua famiglia. Al di là della simpatia, vera o di facciata che sia, nei contenuti la vicinanza è reale. Ed è questo quello che conta. L’incontro è durato quasi un’ora e mezza e ha toccato tutti i temi al centro dell’agenda politica internazionale. A partire dalla guerra in Ucraina alla quale Stati Uniti e Italia “continueranno a fornire assistenza politica, militare, finanziaria e umanitaria per tutto il tempo necessario”. Un messaggio che Meloni aveva già recapitato in mattinata durante la visita a Capitol Hill dove ha incontrato esponenti repubblicani e democratici che le hanno riservato un’accoglienza molto calorosa: “Con questa premier il rapporto tra USA e Italia non può che rafforzarsi”, aveva detto lo speaker della camera Kevin McCarthy. Ma ciò che più conta e la visione sulla Cina, tra Taiwan e il memorandum sulla via della Seta. Anche in questo caso le posizioni tra i due governi sono molto simili.

“Stati Uniti e Italia si impegnano a rafforzare le consultazioni bilaterali e multilaterali sulle opportunità e le sfide poste dalla Repubblica popolare cinese”, è la frase diplomatica contenuta della dichiarazione congiunta diffusa dopo l’incontro dove però si fa esplicito riferimento anche alla “vitale importanza del mantenimento della pace della stabilità nello stretto di Taiwan”. Il tema dei rapporti con Pechino è quantomai attuale visto che, come ricorda la stessa premier, entro la fine dell’anno va presa una decisione sul rinnovo o meno del memorandum sulla via della Seta sottoscritto nel 2019 dal governo Conte I. La presidente del consiglio conferma l’intenzione di recarsi quanto prima in Cina in visita ufficiale assicurando che da parte americana non c’è stata alcuna pressione: “Non ci hanno mai posto la questione di cosa debba fare l’Italia”. E questo è un punto centrale: nessuna subalternità ma centralità e autonomia. E questo, forse, è già il punto segnato attorno al quale, ora, se ne potranno aggiungere altri, ma destinati sono a cementare l’atlantismo dell’Italia e il ruolo del ostro Paese nello scacchiere europeo.

Dopo la parte ufficiale la Meloni ha cenato allo storico Café Milano di Washington. La premier è stata ospite a cena di Franco Nuschese, fondatore del locale da oltre trent’anni punto di riferimento della comunità italiana, molto amato da tanti presidenti americani, a partire da Bill Clinton, Barack Obama e lo stesso Biden. Più volte, nella sua visita a Washington, Meloni ha sottolineato l’importanza della comunità italiana per gli Stati Uniti. Al Congresso la presidente del Consiglio ha ricordato che il Palazzo si chiama Capitol Hill per “commemorare il Tempio di Giove in Campidoglio” e che è decorato dagli affreschi del pittore italiano Costantino Brumidi. Cose che dimostrano “il ruolo che l’Italia ha avuto per la storia degli Usa”, il “contributo alla cultura e all’identità di questa nazione”. “Dobbiamo – ha detto ancora – rafforzare continuamente la relazione e l’amicizia in particolare in questa difficile situazione”.