La rivoluzione nascosta nella scelta di acquistare o meno una merce

Il 14 maggio 2022 è la Giornata internazionale del commercio equo. In questa occasione vogliamo ricordare l’ingiustizia degli impatti del cambiamento climatico e allo stesso tempo presentare alcune soluzioni proposte dalle organizzazioni del commercio equo. Viviamo in un mondo in cui tutto gira attorno ai soldi, al mercato e a chi lo governa. Non lo vediamo, ma il mercato siamo noi. Ogni volta che facciamo la spesa e mettiamo un prodotto nel carrello decidiamo in che mondo vogliamo vivere. Il prezzo è giusto?

No se non copre costo tutela salute e ambiente i cui mali ci tornano addosso e non crea lavoro degno (garanzia dignità del nostro lavoro). Il rischio è che l’effimero risparmio, l’illusione dell’affare “il prezzo basso”, lo paghi l’anello commercialmente più debole: i produttori. Quando ci si perde, disorientati, tra le corsie di un supermercato, soli e di fretta, spesso ci si dimentica che dietro a quelle merci, a quelle pubblicità, a quegli scaffali ci sono persone, storie, terre e risorse. Si compra senza sapere e senza riflettere sulle conseguenze di quel gesto. Una spesa differente, invece, ci permette di vedere cosa c’è dietro un prodotto: i produttori, le scelte di produzione e le origini dei prodotti, la tutela dell’ambiente, della salute e i diritti dei lavoratori.

Pensate a quanto rivoluzionaria possa essere una sola, semplice azione: scegliere di acquistare o non acquistare una merce può smuovere interessi che pensiamo ci sovrastino e sui quali crediamo di non avere «presa». E scopriamo che ogni volta che decidiamo cosa e come comprare possiamo veramente cambiare le regole del gioco. È un potere immenso, superiore a qualsiasi forma di voto o di protesta è il voto col portafoglio. Dobbiamo solo rendercene conto, dobbiamo comprendere il significato politico, civico ed etico che c’è nell’essere consumatori consapevoli. Consapevoli della forza delle nostre azioni e coscienti di essere in tanti. Fare una spesa consapevole e responsabile significa dare un nuovo valore ai propri gesti e un peso diverso ai propri soldi.

Rompere con uno schema puramente verticale. Smettere di essere osservatori passivi. Essere un consumatore critico significa adottare un approccio diverso, modificando il modo in cui si può esercitare pressione nei confronti del sistema capitalistico.

Per avviare la nostra esperienza siamo partiti da un’osservazione molto semplice: quanti centesimi mancano in una confezione di pasta, di passata di pomodoro da 500 g perché i produttori possono vivere serenamente del loro lavoro e noi in cambio avere dei prodotti, sani, equi e sostenibili? La risposta è stata 12 centesimi per la pasta, e 10 centesimi per la passata di pomodoro, circa 3 € in più all’anno per la pasta e € 1,20 in più all’anno per la passata di pomodoro

Se aggiungiamo qualche centesimo in più in una confezione per remunerare il #giustoprezzo ai produttori, non stiamo facendo una donazione, ma stiamo consentendo ai produttori di fare dei prodotti più sani e buoni, che tutelano l’ambiente, la salute e i diritti dei lavoratori. “Chi è il padrone?! La marca del consumatore” è soprattutto un marchio collettivo creato in piena trasparenza dai consumatori. Tutto è nel collettivo, tutto deve essere deciso insieme. I consumatori si sono posti al centro della strategia di creazione di valore, decidendo insieme le specifiche di ogni prodotto alimentare.

Chiunque può partecipare alla creazione dei prodotti e partecipare al questionario sul sito di “Chi è il padrone?!” e decidere le caratteristiche dei prodotti, l’origine, il metodo di coltivazione e allevamento, il tipo di confezione, il giusto prezzo per i produttori e il prezzo finale di vendita consigliato. Non esiste una politica generale, conta solo il voto collettivo. Il nostro ruolo è spiegare tutte le conseguenze delle scelte.

I consumatori diventano così dei “prosumer” o “consum’Attori”: hanno un ruolo attivo nella progettazione del prodotto, nella scelta del suo prezzo e nella distribuzione. Chi lo desidera (con € 2) può anche diventare socio. Ai soci infatti sono riservate tutte le attività di verifiche dal campo alla distribuzione. Chi è il padrone?! è l’esempio perfetto del “no model”. Non abbiamo sviluppato un modello economico secondo una particolare strategia commerciale, né alcun business plan. Tutto viene fatto istintivamente al momento. Il buon senso è la migliore ricerca di mercato che ci sia. Non spendiamo assolutamente nulla in pubblicità e non impieghiamo addetti alle vendite. I consumatori che hanno deciso i prodotti sono i migliori ambasciatori del marchio.

Questa è la prova che qualcosa accade quando sono in gioco i valori: i nostri valori e le nostre intenzioni non sono indicizzati a nessun risultato finanziario. Questo è possibile perché non abbiamo azionisti, solo i soci consumatori decidono la strategia da adottare. Si può essere consumatori intelligenti e scegliere di acquistare ciò che fa bene non solo alla propria pancia e al proprio portafoglio, ma anche al sistema intorno: all’ambiente, agli altri, al pianeta. Tutti insieme possiamo cambiare l’economia attuale e scegliere di acquistare prodotti che rispettano l’ambiente, garantiscono dignità ai lavoratori.