Perché il 2024 non si prospetta un anno roseo per le famiglie

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Il 2024 appena iniziato non si prospetta un anno roseo per le famiglie italiane. Stiamo vivendo una crisi importante dell’economia e, di conseguenza, del loro potere d’acquisto. Il dato più clamoroso emerso dai nostri studi è che, attualmente, si sta verificando un sensibile aumento delle disuguaglianze economiche e sociali. Le cifre ci dicono che, in Italia, circa il 10% della popolazione, corrispondente a circa di sei milioni di cittadini, è benestante ed ha potuto godere appieno delle festività natalizie, andando a fare la settimana bianca e facendo acquisti. A questa cifra però, corrisponde un numero quasi uguale di cittadini che vivono in condizione di povertà che, negli ultimi mesi, hanno raggiunto la preoccupante cifra di cinque milioni e 700 mila abitanti che, vista la recente abolizione del Reddito di Cittadinanza, sono destinati ad aumentare e giungere a sei milioni in poco tempo. La situazione è drammatica e, contando le persone in povertà relativa, si va verso una crescente polarizzazione.

Il secondo aspetto preoccupante è costituito dall’inflazione. Il Paese sta vivendo un biennio molto negativo con valori che si sono attestati attorno al 14-15% e, nel 2024, si profila un incremento della stessa attorno al 3%. Ciò si tradurrà in ulteriori aumenti dei prezzi e delle tariffe per le famiglie italiane nell’ordine di mille euro annui, che lambiranno assicurazioni, gas, elettricità e generi di prima necessità. La situazione, pertanto, non si presenta rosea: occorre una politica seria di investimenti, a partire dall’attuazione del PNRR che, attualmente, è molto debole e non si stanno introducendo le ingenti risorse disponibili. È necessario investire sulle nuove tecnologie e nei settori chiave, come ad esempio la sanità pubblica e la scuola. Così facendo non si permetterà più che, l’Italia, sia depredata dalla denatalità e dalla fuga all’estero dei più giovani perché impossibilitati a sopportare la precaria situazione socioeconomica del paese. Le perorazioni per la natalità non servono, urgono strumenti concreti per permettere alle famiglie di fare figli e, soprattutto, non perdere la nostra gioventù.