Guerra in Ucraina, inflazione e turismo in difficoltà: che Pasqua ci aspetta

Sarà una Pasqua piuttosto povera per gli italiani perché l’inflazione ormai ha raggiunto quasi il 7% e quindi ci saranno ricadute molto importanti sul potere di acquisto delle famiglie, soprattutto di quelle meno abbienti, ossia quelle che hanno in casa un disoccupato, un cassaintegrato e chi non ha lavoro. Insomma, sarà una Pasqua non molto felice. Naturalmente, non dobbiamo dimenticarci che, la cosa più brutta non sono gli aumenti dei costi dei prodotti o delle tariffe che ci sono ed hanno carattere straordinario, ma anche e soprattutto le ricadute che la guerra sta portando in termini di morti, feriti e dispersi; questa è una considerazione che va sempre fatta.

In seguito, ci sono questi aumenti piuttosto clamorosi, i quali incidono fortemente sul potere d’acquisto degli italiani; avremo quindi aumenti già consolidati perché la guerra continua e non si intravedono segnali di pace e, di conseguenza, i rincari più importanti saranno sia sui generi agroalimentari che avranno un aumento di oltre 700 euro all’anno, cioè due mesi in più di spesa per avere gli stessi prodotti dello scorso anno, tale sarà il colpo più duro. Insieme a questi si verificheranno aumenti molto forti dei prodotti energetici – gas e luce – i quali porteranno ad aumenti di circa 1.400 euro su base annuale e, questi incrementi, incideranno fortemente sullo stato di salute degli italiani stessi. Oltre a ciò, gli aumenti dei prodotti agroalimentari, non solo registreranno questi incrementi ma, in alcuni casi, ci potrà essere una carenza ed una diminuzione della possibilità di avere tali prodotti per via dei trasporti, i quali sono messi in difficoltà sia dalle produzioni che si fanno nei diversi paesi che dai trasporti marittimi. Queste sono questioni molto gravi le quali andranno ad incidere sul costo di pane, pasta, carne, vegetali e latticini; insomma, tutto comporterà un aumento molto importante.

Ci saranno ripercussioni negative molto gravi anche sul settore turistico perché vi sarà una mancanza di turisti provenienti dai paesi dell’est Europa che tradizionalmente si recano in Italia e, oltre a ciò, ci sono anche dei problemi legati alla sicurezza dei voli e quindi, anche la paura di potersi muovere in situazioni così gravi; ecco perché noi prevediamo che anche il turismo sarà colpito in maniera molto grave per quanto concerne i flussi turistici. Non dimentichiamo che siamo un paese, il quale vive anche di turismo, quasi il 14% – 15% del nostro Prodotto Interno Lordo e dovuto alle spese dei turisti e, di conseguenza, anche qui avremo una ripercussione molto importante per due motivazioni, la prima è la mancanza dei turisti provenienti dall’est e l’insicurezza e la paura nel viaggiare. Ecco perché su questo settore dobbiamo registrare una forte diminuzione delle entrate turistiche nel nostro paese.

L’auspicio per il futuro è che si trovi presto un tavolo negoziale per porre fine alla guerra e che venga superata questa situazione drammatica e molto grave. La seconda cosa è che – come il governo ha già fatto ma ancora in maniera insufficiente – si taglino determinate tassazioni sia per quanto riguarda i prodotti energetici e sia per quello che è stato fatto in riguardo al taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi al litro. A tal proposito speriamo che, questa operazione, possa anche non esserci per via del fatto che la guerra verrà superata ma – anche qui – noi auspicheremmo che tale misura, la quale vale fino alla fine di aprile, venga mantenuta tutto l’anno ed – in questo caso – se la stessa dovesse essere portata avanti tutto l’anno, il prezzo dei carburanti scenderà in larga misura per le spese che i cittadini dovranno sopportare. Ma non solo, la diminuzione dei carburanti, prevede anche minori costi dei trasporti e, di conseguenza, minori impatti sui prodotti trasportati, soprattutto quelli agroalimentari. Però – lo ripeto – l’auspicio è che finisca la guerra e si continui ad avere risorse per poter diminuire le tassazioni su metano, gas e quindi sui carburanti e sull’energia elettrica. E’ stato fatto qualcosa, sufficiente per i carburanti ma non ancora sufficiente per il gas e la corrente elettrica.