Riforma del Terzo Settore: uno stallo che crea disagio

Da tanto sentiamo parlare della riforma del Terzo Settore, una riforma tanto attesa ma che ancora non sembra essere in procinto di spiccare il volo. Per alcuni versi c’erano molte aspettative in quanto gli organismi in Italia del Terzo Settore sono molto numerosi, vivi, sempre pronti a dare una risposta sociale molto importante, sia con i servizi resi verso le fasce più deboli della popolazione, sia dando lavoro ai giovani, ai professionisti, in campo culturale, sportivo…

Una riforma in tal senso avrebbe aiutato a mettere dei paletti, mi riferisco ai casi in cui alcune attività commerciali, più di lucro, venissero finanziate dallo Stato, invece è giusto che chi svolge attività economica possa sostenersi più autonomamente. La riforma avrebbe permesso anche un controllo più rigoroso e preciso in tal senso. E’ ovvio che questo rimandare all’infinito non aiutano, molte associazioni stavano già preparando le necessarie modifiche agli statuti e, invece oggi, si è ancora in attesa.

Questo stallo, nonostante si continui ad operare, crea delle difficoltà allo svolgimento delle attività. Era già in atto tutto un movimento di nomine e cariche sociali, si sono investite delle energie. Il non arrivare a termine crea un disagio, ma capiamo anche che i vari governi in questi anni hanno dovuto affrontare la crisi economica, la pandemia e ora la guerra in Ucraina, siamo ben consci che ci sono delle urgenze, però proprio in queste emergenze le associazioni e organizzazioni del Terzo Settore stanno dando una risposta molto importante e significativa: pensiamo, ad esempio, all’accoglienza dei rifugiati ucraini.

Anche in questo frangente della guerra, gli enti e le associazioni del Terzo Settore hanno dimostrato la loro capacità di aiutare e supportare gli altri. Come ha detto Papa Francesco, che ben conosce la realtà italiana, quella dell’associazionismo italiano è una risposta unica che non ha eguali. Questo valore aggiunto, la tempestività di intervento, lo possiamo vedere e lo abbiamo visto quando si sono verificate calamità naturali, terremoti, anche in tempo di pandemia. Il Terzo Settore ha piena coscienza dell’importanza di lavorare a stretto contatto con lo Stato, è solo lavorando insieme che si riesce a dare risposte veramente significative anche di fronte a situazioni complesse. Ognuno deve saper riconoscere la propria identità, ma soprattutto deve saper lavorare per il bene di quelle persone, che in quel preciso istante, hanno bisogno di aiuto.