L’Italia al G7 in Cornovaglia: le opportunità e i temi da trattare

Quello che prende il via oggi in Cornovaglia sembra essere soprattutto il G7 di Joe Biden. Si tratta della sua prima visita in Europa, l’inizio di una tournée nel Vecchio Continente che lo porterà lunedì al vertice della Nato, martedì all’incontro con le istituzioni europee e poi, mercoledì, al tanto atteso incontro con Vladimir Putin a Ginevra.

Ma il G7 è un’opportunità anche per il nostro Paese, un modo per stringere i rapporti con gli Usa dopo la stagione di Donald Trump. Per il premier italiano Mario Draghi si tratta di un’occasione per definire il suo ruolo sullo scenario internazionale. Il G7 inevitabilmente tratterà tematiche legate alla vaccinazione e al Covid, e al tavolo siederanno Usa e Regno Unito, due Paesi che non hanno ancora esportato vaccini, quando l’Italia, soprattutto Draghi, ha spinto sulla tematica della biunivocità. Questo G7 potrebbe essere quindi anche la cornice ideale per spingere sotto questo punto di vista, perché anche se in questo momento la campagna di vaccinazione sta salendo, bisognerà continuare a somministrare i sieri anti-covid con questi ritmi.

L’Italia avrà l’occasione di ridefinire il suo ruolo internazionale visto che, negli ultimi anni, al tavolo del G7 – anche per una questione economica – sembrava essersi un po’ indebolita. E questo è forse l’elemento più importante. Nel nostro Paese si sta cominciando a parlare di un possibile boom economico o comunque di segnali di ripresa: basti pensare che gli indicatori economici indicano per il Belpaese una crescita di circa 4 punti percentuali di Pil nel 2021. In più, arriveranno i soldi del Recovery fund. Un biglietto da visita sicuramente più positivo e credibile degli ultimi anni.

Spesso ci si è interrogati sul ruolo del nostro Paese e se l’Italia avesse ancora i fondamentali economici per essere un membro del G7, una grande potenza industriale. Questa volta ci presentiamo con una credibilità maggiore, forse anche grazie al fatto che alla guida del Paese c’è Mario Draghi, caratterizzato da una forte leadership e che può permettersi di dare del “tu” agli altri capi di stato che siedono al tavolo del G7.

Uno dei dossier di cui si discuterà in Cornovaglia è la minimum tax, che serve soprattutto per andare a compensare gli ammanchi fatti in Europa dai colossi del digitale. L’accordo di massima è già stato trovato al G7 economico. Ciò che fino ad oggi non ha consentito la nascita di una web tax è stata la posizione degli Stati Uniti sostenendo che non si poteva fare una tassa a discriminare solo le aziende americane.

Con la minimum tax non si parla solo di grandi aziende digitali ed è un punto di partenza in partenza importante perché era una situazione che si trascinava da alcuni anni. Bisognerà vedere quando entrerà in vigore.

Un altro aspetto sul tavolo è quello climatico: un dossier non solo ambientalista, ma anche industriale. L’Europa ha il suo Green deal e l’America sta cominciando a ragionare su una serie di opportunità legate a fonti di energia diverse. Questo G7, più degli altri, sancisce forse l’ingresso della partita climatica in una cornice industriale che fino ad oggi è mancata o non è mai stata così chiara. Il Green deal sta entrando in una fase evoluta, con investimenti che si faranno in questi settori delle rinnovabili e della riconversione.