La santità, vocazione di ogni uomo e fonte di vera gioia

Nella festa di Ognisanti noi celebriamo non solo i santi iscritti nel calendario della Chiesa, ma anche tutti quei santi anonimi che anche noi abbiamo conosciuto, i quali in una vita ordinaria hanno vissuto l'avventura straordinaria della santità. La santità non è qualcosa di estraneo al desiderio profondo del nostro cuore ma è l'adempimento della perenne vocazione di ogni uomo alla felicità e la fonte della vera gioia. Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et Exultate” parla della “santità della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e che sono un riflesso della presenza di Dio” (GE 7). Ogni figura di santità esprime tratti personali, diverse sensibilità pastorali ed ecclesiali, vari cammini spirituali. La santità è il supremo compimento e la massima attuazione delle ragioni per cui la vita è degna di essere vissuta.

Mons. Mario Sturzo, vescovo di Piazza precorrendo la dottrina del Vaticano II sulla vocazione universale alla santità nella lettera pastorale del 1935 “La santità nell’itinerario dell’anima a Dio” scrisse: “La santità dei cristiani nella Chiesa non è un fatto limitato o temporaneo; i santi non sono solamente gli eroi della santità, né solamente quelli che nella storia emergono come spirituali dominatori, né solamente quelli che la Chiesa canonizza. Sono una falange, sono il popolo dei veri cristiani, una corrente storica non tutta storicizzata, una corrente unica, perché la santità è una, in fondo sempre la stessa, nelle forme sempre varia. Sociale e individuale, che cominciò con gli Apostoli, che generò nuovi santi, che genera sempre nuovi santi e ne genererà con la stessa fecondità, con la stessa ansia di perfezione, con lo stesso ardore di purificazione e di unione con Dio fino alla fine dei secoli”. 

E suo fratello minore Don Luigi Sturzo in un saggio intitolato “L’Apostolato laico: una via per la santificazione” dopo aver  accennato ad alcune figure di laici santi tra cui Tommaso Moro egli osserva: ”Bisognava aspettare fino al secolo XIX per incontrare santi laici nelle famiglie, nelle scuole, nei circoli cattolici e nelle unioni operaie, santi laici che non sembra abbiano fatto miracoli o avuto visioni ed estasi, santi che hanno camminato sui sentieri familiari a noi tutti”. Egli  ricostruisce una breve storia del movimento cattolico italiano attraverso figure rappresentative di cristiani laici per i quali era avviato il processo di beatificazione alcuni dei quali egli aveva conosciuto nella sua attività sociale in Italia: Contardo Ferrini docente universitario e consigliere comunale a Milano,il professore Giuseppe Toniolo esponente di primo piano del movimento cattolico sociale italiano, il medico Giuseppe Moscati, il cofondatore dell’Università cattolica Ludovico Necchi membro del Partito Popolare, Pier Giorgio Frassati  impegnato nell’Azione cattolica e nel Partito Popolare. 

I santi e le sante sono i fratelli e le sorelle maggiori che la Chiesa ci propone come modelli perché, hanno accettato di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze. Questa festa è per noi fonte di speranza e di coraggio ma anche d’impegno di contemplare il volto dei santi e di camminare sulle loro orme al seguito di Gesù Cristo.