Medici e giuristi mettono in guardia dai rischi nascosti della cannabis light

L'allarme lanciato nel corso della riunione del “Gruppo di lavoro per i danni causati dalla cannabis”, composto da accademici, medici, e giuristi, e patrocinato dall’Ordine dei Medici di Roma

“La cannabis light presenta molti rischi clinici nascosti: la concentrazione di nuovi cannabinoidi psicoattivi non è considerata e con quantitativi elevati di prodotto anche il THC raggiunge quantità clinicamente considerevoli, con rischi psichiatrici per i ragazzi che lo assumono”. Lo ha detto lo psichiatra Alessandro Vento, presidente dell’Osservatorio sulle dipendenze, intervenuto oggi alla riunione del “Gruppo di lavoro per i danni causati dalla cannabis”, composto da accademici, medici, e giuristi, e patrocinato dall’Ordine dei Medici di Roma.

Nel corso dell’incontro sono state tra l’altro discusse le sentenze intervenute dopo la pronuncia della Cassazione del 30 maggio 2019, in senso contrario alla libera vendita di foglie, infiorescenze, olio e resina della così detta cannabis light. Ne ha parlato, assieme agli pschiatri Giuseppe Ducci e Giuseppe Bersani, all’avvocato Angelo Fienga, e al garante per l’infanzia della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, anche il questore Antonio Pignataro, che durante la sua attività a capo della Questura di Macerata, ha dato un forte impulso alle indagini sulle rivendite di cannabis light. Da quell’attività investigativa ha avuto origine il procedimento sfociato poi nella sentenza della Cassazione.

Antonio Pignataro già Questore di Macerata

Il responsabile scientifico del Gruppo di lavoro, Antonio Bolognese, professore di Chirurgia dell’università “La Sapienza” ha rivolto un appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché “rafforzi il contrasto alla cannabis light e possa dare la possibilità al questore Pignataro, posto in disponibilità dal precedente governo, di proseguire nell’attività già iniziata nella provincia di Macerata, al fine di salvare la vita dei nostri ragazzi, a volte bambini, che sempre più precocemente si avvicinano alle droghe”.

Fonte Agi