Costantino (CISL): “Superamento del gender gap? La strada è ancora lunga”

"Ho un sogno: che tutte le donne presenti in Parlamento si uniscano per mettere in campo delle nuove norme che risolvano il gender gap": il commento a Interris.it di Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia, sui dati odierni relativi alla disparità di genere nel lavoro

A Sinistra: donna lavoratrice. Foto di Josh Duke su Unsplash. A destra: la dottoressa Carla Costantino. Foto: @CISLFoggia

“La battaglia per raggiungere dei risultati concreti sul superamento del gender gap è ancora lunga. Benché siano stati fatti negli anni diversi importanti passi in avanti, c’è ancora tanto da fare, come evidenziato anche dalle cifre del rapporto”.

Così a Interris.it Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia, commentando i dati odierni relativi alla disparità di genere nel lavoro presentati oggi durante il seminario “Le scomode cifre dell’Italia delle donne” organizzato dal Consiglio Nazionale degli Attuari con Noi Rete Donne, che ha visto la partecipazione – tra gli altri – dell’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero e del giuslavorista Giuliano Cazzola.

La dottoressa Carla Costantino, Segretario Generale CISL Foggia. Foto: @CISLFoggia

Il commento di Carla Costantino, CISL Foggia

“E’ necessario ancora lavorare molto – prosegue Costantino -. E’ vero infatti che esistono delle leggi che, almeno sulla carta, prevedono la parità di trattamento di uomini e donne sul luogo di lavoro; così come esiste il divieto di licenziamento per le donne in stato di gravidanza. Ma la realtà dei fatti è ben diversa”.

“Infatti, ancora oggi nel 2023 moltissime donne sono costrette a scegliere tra la carriera professionale e la vita familiare per molteplici motivi. Manca ad esempio un sistema di wellfare adeguato che possa venire concretamente in aiuto alle donne lavoratrici che magari hanno genitori anziani che non sono in grado di supportare la neo mamma e anzi risultano essere un’ulteriore incombenza. Oppure, manca un’adeguata assistenza a quelle famiglie con figli disabili: in questi casi quasi sempre uno dei due genitori – più spesso la donna – lascia il proprio lavoro per assistere il figlio”.

“Le donne che non lavorano non sono un aspetto sociale secondario. In Italia sono circa 40mila le neo mamme che sono state costrette a lasciare il lavoro e dunque impossibilitate a percepire uno stipendio e a pagare i contributi della pensione a causa dell’impossibilità di conciliare lavoro e famiglia”.

“Io, quale Segretario Generale CISL Foggia, ho un sogno: che tutte le donne presenti attualmente in Parlamento, 129, si uniscano in un’unica voce per mettere in campo delle nuove norme che risolvano il geneder gap definitivamente. Questo, indipendentemente dai ‘colori’ del proprio partito di appartenenza. La diversità salariale infatti non è un’ideologia né ha bandiera: è un problema concreto con importanti ricadute sociali sia nel quotidiano, sia nel lungo periodo: una pensione molto bassa o minima incide negativamente sulla vita delle persone”.

“Valorizzare il lavoro delle donne – lo confermano gli studi degli economisti – rappresenta invece un importante volano di crescita del PIL nazionale, oltre che una maggiore serenità economica della famiglia. E’ dunque un bene per l’intera Nazione”.

“E’ fondamentale che il nuovo Governo metta in campo qualsiasi iniziativa al fine di valorizzare il ruolo femminile nella società. Ben venga quello che è stato fatto finora. Ma l’idea di parità è un concetto che andrebbe insegnato anche nelle scuole, oltre che nelle famiglie stesse. E’ un valore sociale”.

“Noi come CISL Foggia abbiamo degli strumenti importanti a favore del lavoro femminile. Gli enti bilaterali infatti svolgono ruoli importanti nella contrattazione tra le parti perché assicurano modelli di wellfare disegnati sia sulle necessità delle aziende, sia su quelle delle lavoratrici. In un contesto di crescita. In questo, è fondamentale il ruolo sindacale: al fine di costruire insieme percorsi adeguati che non impediscano alle donne di percorrere la strada della carriera professionale”.

“Nonostante abbiamo finalmente in Italia una premier donna, non è del tutto vero che abbiamo sfondato il ‘tetto di cristallo’: i ruoli apicali sono ancora a stragrande maggioranza maschile, in tutti i settori. C’è ancora tanto da fare anche a livello culturale: sfatiamo il modello di donna da ‘mulino bianco’: oggi tante, troppe donne devono barcamenarsi tra impegni familiari e lavorativi, tra la cura della casa e dei minori, anche disabili, e quella degli anziani non autosufficienti; oltre al lavoro fuori casa”.

Il rapporto odierno mette dunque ulteriormente in luce la necessità di insistere sulla richiesta di servizi adeguati che permettano alle donne di esprimere la propria capacità professionale (oltre che familiare) pienamente. Senza essere costrette a rinunciare – per motivi altri – all’espressione del loro genio femminile, più volte richiamato anche da Papa Francesco”.