La Cina avvia la indagini sul colosso Foxconn a Taiwan

Pechino esorta le aziende di Taiwan a essere responsabili, dopo l'avvio dell'indagine su Foxconn, il più grande assemblatore di iPhone al mondo

taiwan
Foto da Unsplash

Pechino ha avviato un’indagine su Foxconn, il più grande assemblatore di iPhone al mondo con oltre 1 milione di dipendenti, per irregolarità fiscali e ha esortato le altre aziende ubicate a Taiwan che operano nel paese a mostrare “responsabilità”.

Cina: “Le aziende taiwanesi agiscano con responsabilità”

La Cina ha esortato le aziende taiwanesi che operano nel paese a mostrare “responsabilità”, dopo che Pechino ha lanciato l’indagine su Foxconn, il più grande assemblatore di iPhone al mondo, per irregolarità fiscali e legate all’uso dei terreni dei suoi siti produttivi. “Le autorità competenti cinesi trattano tutte le imprese allo stesso modo e conducono indagini di conformità in base alle leggi e ai regolamenti”, ha affermato Zhu Fenglian, un portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo centrale, che ha in carico i rapporti con l’isola. La notizia delle indagini su Foxconn, il più grande datore di lavoro del settore privato cinese con oltre un milione di lavoratori, è stata riportata nel fine settimana dal Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, senza specificare i contenuti delle indagini e le relative contestazioni. Ma, oltre a osservare che l’iniziativa fa parte di “un normale comportamento delle forze dell’ordine”, ha aggiunto che “mentre le aziende di Taiwan condividono i dividendi della crescita e centrano un rapido sviluppo in Cina, dovrebbero anche assumersi una corrispondente responsabilità sociale e svolgere un ruolo attivo nel promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto”.

William Lai, il vicepresidente di Taipei e candidato del Partito democratico progressista alle presidenziali di gennaio 2024, ha avvertito in settimana che le aziende taiwanesi con sede in Cina potrebbero essere costrette a trasferirsi se si sentono “ingiustamente sotto pressione”, esortando Pechino ad “amare e valorizzare” le imprese taiwanesi e a non fare pressioni su di loro “ogni volta che ci sono le elezioni, chiedendo loro di esprimere fedeltà o addirittura di sostenere candidati specifici”. L’amministrazione della presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha parlato apertamente delle indagini come del tentativo della Cina di intromissione negli affari dell’isola: il fondatore di Foxconn, Terry Gou, ha annunciato di voler correre come indipendente alle presidenziali dopo aver mancato la nomination dei nazionalisti del Kmt, tradizionalmente più vicini alle posizioni cinesi.

Fonte: Ansa