Ungheria: “Più figli, meno immigrati”

Ungheria

Presentare l’Ungheria “oltre gli stereotipi” che si sono radicati nella parte occidentale dell’Europa. Questo l’obiettivo dell’incontro con la stampa italiana di Zoltan Kovacs, portavoce del Governo ungherese. Fonte di quelli che Kovacs chiama “stereotipi” sono le politiche di Budapest sul fronte dell’immigrazione.

“Fermare l'immigrazione illegale”

Il tema è stato ampiamente sviscerato nel corso dell’incontro all’Accademia d’Ungheria a Roma. “È nell’interesse di qualsiasi Paese dell’Unione europea porre fine all’immigrazione illegale”. Sul tema c’è unità d’intenti con l’attuale Governo italiano, testimoniata anche dall’amichevole incontro tra il premier Orban e il ministro dell’Interno Salvini. Resta però il nodo dei ricollocamenti: il rifiuto ungherese di accogliere immigrati mette in difficoltà i Paesi come l’Italia, in prima linea nella gestione dei flussi. “La divergenza con l’Italia sul tema della ripartizione dei migranti – afferma a tal proposito Kovacs – può essere sciolta se risolviamo il problema dell’immigrazione illegale. Se l’Europa – prosegue – non riacquisisce la capacità di stabilire chi ha diritto ad entrare nei propri confini, nessun problema sul tema dell’immigrazione può essere risolto”. Il portavoce ha dunque sottolineato che “l’Ungheria ha sempre accolto coloro che hanno chiesto asilo in modo legale, rifugiati veri che hanno rispettato le leggi vigenti e chiesto espressamente di poter venire in Ungheria”. Al contrario, come invece prevede la politica dei ricollocamenti, “che senso avrebbe ospitare in Ungheria persone che non vogliono venire nel nostro Paese?”.

Le politiche familiari

Kovacs ha risposto anche a un’argomentazione che viene sovente usata per giustificare l’afflusso di immigrati in Europa: la necessità di colmare una crisi demografica ormai diffusa in gran Parte dei Paesi dell’Unione. “È una questione di strategie – spiega il portavoce ungherese -: possiamo accettare passivamente che non nascano più figli oppure agire per invertire la tendenza demografica”. Budapest ha optato da qualche anno per questa seconda soluzione. “Abbiamo investito oltre il 4% del nostro Pil per sostenere le famiglie”, ha ricordato Kovacs. Questo piano ha suscitato già qualche risultato in pochi anni: i matrimoni sono aumentati di un terzo e l’indice di natalità è passato da 1,2 a 1,6 figli per donna. Timidi segnali, i quali indicano però che la strada da seguire non può che essere quella delle politiche familiari.

“Europa, basta doppiopesismo”

Più figli europei, meno immigrati illegali. Questo l’obiettivo ungherese e questo è ciò che Budapest chiede venga perseguito anche dall’Europa. “Se non difendiamo i confini, allora accettiamo che la sovranità dei popoli venga ferita”, spiega Kovacs. Del resto – aggiunge – “nessun trattato dell’Unione europeo afferma che gli Stati non abbiano diritto a difendere la propria sovranità”. Lo sguardo magiaro si volge allora a maggio prossimo, quando ci saranno le elezioni europee. Kovacs prevede una svolta. “Quanto avvenuto alle elezioni in Paesi come Austria, Italia e Germania dimostra che si stanno preparando nuove prospettive”, afferma. “Quindici anni dopo la nostra adesione all’Unione europea – afferma – è arrivato il momento che la parte occidentale riconosca che anche i Paesi di Visegrad hanno il loro ruolo e assumono lo stesso valore di tutti gli altri Paesi. Basta con il doppiopesismo”.

“Manovra italiana? Si può fare crescita rispettando i vincoli europei”

Le parole di Kovacs sembrano lucidare l’asse sovranista. Asse che, tuttavia, non su ogni tema sembra essere un blocco granitico. Ieri il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha accolto a Vienna il magnate George Soros, finito nel mirino di un pacchetto di leggi ungheresi che limitano le attività da lui finanziate. Dall'Austria all'Italia; In Terris ha chiesto a Kovacs se Budapest voterebbe a favore di una procedura d’infrazione contro il nostro Paese dovuta alla Manovra. “Crediamo che i regolamenti europei in vigore vadano rispettati, sia dai singoli membri sia dalle istituzioni”, commenta Kovacs. Che aggiunge: “L’esperienza ungherese dimostra che pur rispettando le regole dell’Europa, si può perseguire una politica economica efficace”. Nel settembre scorso, quando a Bruxelles è stata avviata una procedura d’infrazione contro l’Ungheria, i partiti di Governo italiano si sono divisi: la Lega ha votato contro e il M5s a favore. Qualche settimana dopo, alla Camera i due alleati hanno però votato una mozione che impegna il Governo ad attivarsi affinché il “Consiglio dell’Unione europea accerti i motivi che si ritiene siano all’origine della procedura” avviata dall’Europarlamento” e, nel caso non fossero più validi, “affinché sia chiusa celermente la procedura stessa, in quanto infondata”.


Zoltan Kovacs, portavoce del Governo ungherese, incontra la stampa italiana