Lo 007 e sua figlia avvelenati sulla porta di casa

L'avvelenamento di Sergej Skripal e di sua figlia Yulia sarebbe iniziato attraverso la porta della loro abitazione: questo quanto emerso dai primi risultati dell'indagine condotta dall'antiterrorismo di Scotland Yard. Secondo quanto specificato in una nota dagli investigatori, il primo contatto con il gas nervino sarebbe avvenuto addirittura semplicemente toccando la maniglia dell'uscio poiché, a seguito dei rilevamenti, è stato notato che proprio presso il portone della loro casa di Salisbury, aleggiava la più alta concentrazione di sostanze chimiche, ancora non è chiaro se liquide o solide. Una rivelazione che, almeno per il momento, sembra accontonare le ipotesi della diffusione del veleno attraverso l'aeratore dell'auto e la valigia portata con sé da Mosca, avanzate nei giorni scorsi. Le indagini, attualmente, ruotano proprio attorno all'appartamento di Skripal e Yulia, sito in una zona residenziale della città britannica.

L'avvelenamento

Da Scotland Yard è stato precisato che i controlli nei dintorni dell'abitazione sono solo precauzionali e che sono stati messi in campo 250 agenti. Gli investigatori, inoltre, hanno affermato che il rischio di intossicazione per la comunità di Salisbury è da considerarsi basso o comunque meno probabile rispetto a qualche settimana fa. Le condizioni di Skripal e di sua figlia, invece, restano “critiche ma stabili” anche se, stando a quanto riportato dai media locali, le possibilità di una completa ripresa sono esigue. L'avvelenamento subito risale ormai a quasi un mese fa: il 4 marzo scorso, i due iniziarono ad accusare i primi sintomi durante una passeggiata in un centro commerciale della zona, perdendo i sensi su una panchina dell'area verde presente all'interno.

L'attacco di Johnson

Nel frattempo, lo scontro diplomatico fra Regno Unito e Russia prosegue per ora su un fronte unico, quello dell'espulsione dei diplomatici russi non solo dalla Gran Bretagna ma anche da altri Paesi europei e non. Ventisette ripartiti fra 3 continenti, ha precisato il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, il quale ha parlato di loro come di “una lista d'onore”, lodandone il coraggio specialmente in relazione a quegli Stati “più vulnerabili per geografia ed esigenze energetiche”, i quali hanno comunque optato per la linea dura nei confronti dei rappresentati russi sul loro territorio (ultimo, in ordine di tempo, l'Australia). Nel corso del suo discorso al Lord Mayor's Banquet, organizzato in occasione della prossima Pasqua, Johnson ha parlato delle armi chimiche, denunciandone l'impiego nella “tranquilla Salisbury”, ma anche di Mosca che, come da lui spiegato, avrebbe sottovalutato la reazione dei Paesi, i quali si sono trovati di fronte alla goccia finale dopo “anni di vessazioni e provocazioni”.