Le pensioni bloccano la Francia

Strade bloccate in Francia nel quinto giorno di sciopero contro la riforma delle pensioni. Secondo quanto riporta Le Figaro, la regione Île-de-France, nella quale si trova la capitale Parigi, è la più colpita dagli imbottigliamenti. I taxi sono tutti occupati e non c'è modo di prenotare neanche utilizzando Uber. Il disagio nei trasporti riflette il malessere di un settore dove la differenza fra pubblico e privato è determinata da una welfare complicato. Che le proteste di questi ultimi giorni non siano i “festeggiamenti” pre-natalizia dei gilet gialli, basti vedere il sistema pensionistico francese. Nel Paese, infatti, 62 anni è l'età pensionabile per tutti i lavoratori ma, per via di vecchi accordi sindacali, le cose variano fra le diverse categorie: un dipendente della metropolitana, infatti, va in pensione a 55, mentre uno privato a 62, quasi dieci anni dopo. Questa differenza negli anni ha creato una cesura evidente fra settore pubblico e privato.

Macron: “Un nuovo sistema pensionistico”

Anche il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha annunciato di voler approntare un nuovo sistema pensionistico basato su un metodo di calcolo della pensione uguale per tutti i lavoratori. L'annuncio di Macron è stato accolto dalle polemiche: secondo i più scettici, la riforma caldeggiata da Macron prevederebbe, al contrario, degli incentivi per procrastinare l'età della pensione ben oltre i 62 anni previsti. Secondo il rapporto stilato da Jean-Paul Delevoye, Alto Commissario per le pensioni, la riforma delle pensioni dovrebbe avere come obiettivo quello di colmare il buco entro il 2025: una perdita che, stando le attuali condizioni, è stimata a circa 19 miliardi di euro. Mancano alcuni anni per la sua entrata in vigore, eppure il malcontento dei cittadini francesi è nell'aria, nonostante questa settimana verrà presentata una prima bozza. Al premier, Edouard Philippe, toccherà svelare i contenuti della contestata riforma pensionistica: com'egli stesso ha rimarcato alla stampa, la riforma è frutto di ben due anni di concertazione sindacale.