L'Olanda ha votato, gli exit-poll premiano i laburisti

E'già l'ora degli exit-poll nei Paesi Bassi, primo Paese assieme al Regno Unito ad aver aperto le urne per le Europee e, per ironia della sorte, è già tempo di sorprese: i laburisti del PvdA, infatti, avrebbero ribaltato il pronostico aggiudicandosi addirittura 5 seggi al prossimo Europarlamento. Questo, almeno, quanto riferito da un sondaggio di Ipsos, apparso decisamente in anticipo rispetto alla data prevista di diffusione degli esiti, ovvero domenica prossima. A ogni modo, se i numeri verranno confermati per i laburisti si tratterebbe di un grande risultato, considerando che il partito del premier Mark Rutte, i liberal-conservatori di Vvd, di seggi se ne aggiudicherebbero 4, mentre solo 3 ne arriverebbero per il Forum per la Democrazia di Thierry Baudet, da molti dato addirittura per favorito.

La situazione

Ancora una volta, dunque, si spengono le speranze del colpo grosso per l'euroscettico Baudet, nonostante l'ottimo risultato ottenuto alle senatoriali. La vera sorpresa, in realtà, è proprio il PvdA dal quale, probabilmente, nessuno si aspettava l'exploit, specie perché nel Paese, in questi ultimi mesi, lo scontro ideologico fra favorevoli ed euroscettici si è dimostrato decisamente combattuto. Anche per questo, alla vigilia, ci si aspettava una sorta di resa dei conti fra il premier Rutte (forte anche della sua alleanza solida con Angela Merkel) e lo storico Baudet, con Bruxelles a osservare con attenzione una chiamata alle urne che avrebbe potuto dire molto sull'andazzo del voto europeo, proprio per il fermento politico dei Paesi Bassi. Il rischio, a questo punto, è che da questo voto a uscirne malconcio sarà proprio il partito del premier che, anche se vittorioso sul Forum in forte ascesa del leader Baudet, viene nuovamente superato, questa avolta da avversari che hanno guidato a fari spenti. Va detto che, alla base, sembra esserci anche il lavoro del socialista Frans Tiemmermans, dato fra gli aspiranti al ruolo di capo della Commisisone. Discreta, infine, l'affluenza alle urne dove, stando quello che viene riferito, si è recato il 41,2% degli aventi diritto, in aumento rispetto al 37,3% di un lustro fa.

Prossimo giro elettorale, quello del Regno Unito, costretto a fare i conti con un voto per forza di cose influenzato dalla vicenda Brexit e con un primo minstro che, a stento, tiene a galla se stessa e i colleghi a Downing Street che ancora le sono fedeli. Un Paese che, al momento, di certezza ne ha una sola: ovvero che a questo voto non avrebbero mai voluto arrivarci.