Lo stato di salute della Chiesa

La sinodalità è la cartella clinica dello stato di salute della pastorale della nostra Chiesa. Papa Francesco ha detto che la sinodalità è dimensione costitutiva della Chiesa, così che “quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola sinodo” ed ha aggiunto “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa nel terzo millennio” (SVMC, 1).

La sinodalità ci riconduce all’essenza stessa della Chiesa, alla sua realtà costitutiva e si orienta all’evangelizzazione. La Chiesa sinodale fondata da Gesù è un “popolo di figli” e, di conseguenza, un “popolo di fratelli e di sorelle, che camminano e decidono insieme facendo ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità. La sinodalità deve caratterizzare la vita della Chiesa in uscita che va verso la comunità degli uomini, verso le piaghe tristi della povertà vecchie e nuove e quelle doloranti delle divisioni e delle inimicizie. La sinodalità, indica lo specifico modo di vivere e di operare della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione, nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea, nella partecipazione responsabile e ordinata di tutti i suoi membri al discernimento dei “segni dei tempi”, nell’impegno di tutti i suoi membri, come discepoli missionari, alla nuova evangelizzazione.

La sinodalità non è una parola magica alla moda, che serve a rilanciare una pastorale di conservazione che ha perso il cuore e l’entusiasmo degli inizi, né è una semplice procedura operativa, ma la forma peculiare in cui la Chiesa vive e opera. Tutti i membri della Chiesa sono corresponsabili della vita e della missione della comunità e tutti sono chiamati ad operare secondo la legge della mutua solidarietà nel rispetto degli specifici ministeri e carismi, in quanto ognuno di essi attinge la sua energia dall’unico Signore (1Cor 15,45), all’unico Spirito e all’unico Dio e Padre. La dimensione sinodale della Chiesa esprime il carattere di soggetto attivo di tutti i Battezzati e insieme lo specifico ruolo del ministero episcopale in comunione collegiale e gerarchica con il vescovo di Roma. Questa concezione della Chiesa invita a promuovere il dispiegarsi della comunione sinodale tra “tutti”, “alcuni” e “uno”. A diversi livelli e in diverse forme, la sinodalità implica l’aspetto comunitario che include l’esercizio del senso della fede tutto il Popolo di Dio (tutti), il ministero di guida del collegio dei Vescovi, ciascuno con il suo presbiterio (alcuni), e il ministero di unità del Vescovo nella sua Chiesa particolare e del Papa nella Chiesa universale dove è chiamato a confermare i fratelli nella fede e a presiedere nella carità  alla comunione di tutte le  Chiese (uno). (SVMC, 64).

La circolarità tra il senso della fede di cui sono insigniti tutti i fedeli, il discernimento operato ai diversi livelli e l’autorità di chi esercita il ministero pastorale dell’unità e del governo descrive la dinamica della sinodalità. Tale circolarità promuove la dignità battesimale e la corresponsabilità di tutti, valorizza la presenza dei carismi diffusi dallo Spirito Santo nel Popolo di Dio, riconosce il ministero specifico dei Pastori, garantendo che i processi sinodali si svolgano in fedeltà al deposito della fede e in ascolto dello Spirito Santo per il rinnovamento della missione della Chiesa.

Il rinnovamento della vita sinodale della Chiesa richiede di attivare processi di consultazione dell’intero Popolo di Dio. L’assioma della tradizione cristiana  “Ciò che riguarda tutti deve essere trattato e approvato da tutti” non va inteso nel senso del conciliarismo a livello ecclesiologico né del parlamentarismo a livello politico. Aiuta piuttosto a pensare ed esercitare la sinodalità nel seno della comunione ecclesiale. (SVMC, 65)  Nella Chiesa deve valere il principio: ”mai senza l’altro, mai contro l’altro, mai al di sopra dell’altro, mai all’insaputa dell’altro”.