Il silenzio del Sabato Santo

Sabato santo è il giorno del silenzio, della discesa agli inferi di Cristo e dell’attesa della resurrezione. E’ un giorno per meditare sul silenzio di Dio, ma anche sul nostro silenzio per ascoltare meglio la Sua Parola. Sul silenzio di Dio, Maurice Zundel scrive: “Chi si nutre del silenzio di Dio finisce per comprendere a quali profondità si può ascoltare”, invece san Giovanni Paolo II spiega con chiarezza il significato: Il silenzio divino è spesso motivo di perplessità per il giusto e persino di scandalo, come attesta il lungo grido di Giobbe (cfr Gb 3,1-26). Tuttavia non si tratta di un silenzio che indica un’assenza, quasi che la storia sia lasciata in mano ai perversi e il Signore rimanga indifferente e impassibile. In realtà, quel tacere sfocia in una reazione simile al travaglio di una partoriente che s’affanna, sbuffa e urla. È il giudizio divino sul male, raffigurato con immagini di aridità, distruzione, deserto (cfr v. 15), che ha come meta un risultato vivo e fecondo”. (Udienza Generale, Mercoledì, 2 aprile 2003)

Dio alle volte si nasconde per farsi cercare e trovare, fa silenzio perché possiamo meglio gustare la Sua presenza e la Sua voce. Pensiamo invece al valore del silenzio, la mistica laica francese Madeleine Delbrêl scrive: “Il silenzio non ci manca, perché lo abbiamo. Il giorno in cui ci mancasse, significherebbe che non abbiamo saputo prendercelo. Tutti i rumori che ci circondano fanno molto meno strepito di noi stessi. Il vero rumore è l’eco che le cose hanno in noi. Non è il parlare che rompe inevitabilmente il silenzio. Il silenzio è la sede della Parola di Dio, e se, quando parliamo, ci limitiamo a ripetere quella parola, non cessiamo di tacere. I monasteri appaiono come i luoghi della lode e come i luoghi del silenzio necessario alla lode. Nella strada, stretti dalla folla, noi disponiamo le nostre anime come altrettante cavità di silenzio dove la Parola di Dio può riposare e risuonare. In certi ammassi umani dove l’odio, la cupidigia, l’alcool segnano il peccato, conosciamo un silenzio di deserto e il nostro cuore si raccoglie con una facilità estrema perché Dio vi faccia squillare il suo nome: «Vox clamans in deserto.»“.

E’ urgente ascoltare il silenzio, viviamo di infodemia e notizie cattive, spegnere la tv e i social ogni tanto fa bene alla mente e all’anima. Affidiamo il mondo al silenzio di Maria che come ha ricordato papa Francesco in un’angelus: “La Vergine del silenzio che ora preghiamo, ci aiuti a purificare il nostro sguardo e il nostro parlare”. Infine, le parole del servo di Dio Mons. Tonino Bello ci aiutino a vivere questo periodo:

Santa Maria, donna del silenzio, riportaci alle sorgenti della pace. Liberaci dall’assedio delle parole. Da quelle nostre, prima di tutto. Ma anche da quelle degli altri. Figli del rumore, noi pensiamo di mascherare l’insicurezza che ci tormenta affidandoci al vaniloquio del nostro interminabile dire: facci comprendere che, solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare“.