L’illusione della secessione

Viviamo in un’epoca di spinte secessioniste. Dall’Ucraina alla Scozia, passando per la Spagna. La ricerca di autonomia è sempre più evidente, nella speranza di poter gestire meglio la propria economia. Alcune pressioni hanno un fondamento storico, altre sono per lo più un modo della politica per intercettare – e dunque monetizzare in termini di consensi – un malcontento diffuso. Anche in Italia abbiamo la nostra parte centrifuga: si parla di federalismo, se non addirittura di scissione. Ma non è una vicenda di oggi, parte da molto lontano. E non lo è perché a forza di decentrare l’unico vero risultato raggiunto è stato l’aumento indiscriminato dei costi a fronte di un peggioramento della qualità dei servizi. Il punto è che siamo un Paese con la memoria corta, e pecchiamo di capacità di analisi.

Un esempio è costituito dal Genio civile, introdotto nel Regno di Sardegna da Vittorio Emanuele I e funzionante fino all’avvio delle Regioni risalente al 1970, a distanza di oltre vent’anni dall’entrata in vigore della Costituzione. L’attuale dissesto idrogeologico che tante tragedie ha provocato e che oggi risulta essere un costo altissimo per la società è la conseguenza di questo demansionamento; finché il Genio sovraintendeva – a livello centrale – ai progetti su tutto il territorio nazionale, strade, autostrade e costruzioni varie erano più sicure (compatibilmente con gli standard dell’epoca), tempi e spese erano sotto controllo. Addirittura si riusciva a consegnare i lavori prima del previsto, altro che Salerno-Reggio Calabria!

Le competenze del Genio furono però oggetto nel corso degli anni di un processo di decentramento amministrativo, che con l’istituzione delle Regioni passò sotto la gestione di tali enti. Da lì in poi ciò che è accaduto è sotto gli occhi di tutti. Un altro esempio è quello della sanità: mancando un centro unico di spesa i costi sono lievitati, gli appalti pilotati hanno preso il sopravvento e i servizi all’utente sono finiti all’ultimo posto.

In seguito alla riforma costituzionale del 2001, poi, la potestà legislativa è stata affidata allo Stato e alle Regioni, posti sullo stesso piano, e la competenza è stata attribuita per materie. In un’Italia già farraginosa sotto il profilo legislativo questo è stato il colpo finale all’efficienza della macchina amministrativa. In sostanza, ogni volta che da una gestione centralizzata si è cercato di spacchettare capacità decisionali e amministrazione di risorse il risultato è stato negativo. Purtroppo non sono opinioni, è storia.