In cosa consiste l’intelligenza divina di Gesù

Sapeva tutto. Chiaro: era Dio. Ma come doveva sentirsi vedendo le limitazioni umane – anche dei suoi discepoli? È una sofferenza comune alle persone più intelligenti, più veloci, dei visionari che non riescono ad usufruire pienamente di tutto il loro potenziale a causa della piccolezza e mediocrità delle persone che stanno loro attorno. Quanti bei progetti sono stati rovinati a causa di questo meccanismo, che purtroppo risponde a logiche troppo umane! Quante frustrazioni e quanta stupidità si nasconde dietro a questi meccanismi! Ma ormai sembra un fatto normale che avvenga così. Anche in questo tema l’unica speranza è quella di imparare da Gesù, osservando come genialmente mette insieme un’enorme pazienza con la sua divina intelligenza. Come realizza i suoi piani – che, in realtà sono quelli del Padre – nonostante, o piuttosto attraverso la resistenza della materia umana che come sappiamo è limitata.

Un piccolo esempio, ma molto eloquente, ce lo porta il passo del Vangelo di oggi. In un certo momento Gesù decide di cambiare luogo della sua attività. Lui sapeva quando dire basta e cambiare terreno. Ecco una delle capacità accessibili solo per i più grandi! I piccoli, e i mediocri, macinano gli stessi ambienti fino alla noia.

Gesù aveva una grande autorità. Non è strano che i discepoli lo abbiano ascoltato e seguito subito passando all’ altra riva. Ma, improvvisamente, appare un’ostacolo naturale: il vento e la tempesta. È un momento interessante e significativo, un bell’aspetto dell’incarnazione: la natura non riconosce il suo creatore, segue i suoi ritmi, che, in un certo senso, sembrano impedire le azioni di Gesù. Ma lo fa davvero?

Ci ricordiamo bene la meditazione su questo brano durante la preghiera tenuta da Papa Francesco in una Piazza San Pietro vuota. Sembrava essere davvero una consolazione non di questo mondo. L’intelligenza divina di Gesù consiste nella capacità di approfittare di tutte le circostanze, anche quelle avverse, per raggiungere il suo obiettivo.

Quanto possiamo imparare sia dal comportamento dei discepoli, sia dalla reazione di Gesù! Una lezione magistrale! In tutto questo Gesù sa sempre che cosa fare. Sa come reagire nelle situazioni di crisi. Ha sempre la giusta misura ed è allo stesso tempo capace di gestire ogni vicenda con tanta leggerezza ed efficienza!

San Marco, come solitamente fa, con poche parole, rende l’essenza di questa situazione: è un comportamento incredibile, date le circostanze drammatiche della tempesta:

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».(Mc 4, 39-40)

Tutto questo come se non ci fosse stato niente di grave. Come se si trattasse di qualcosa di naturale, che avviene semplicemente. Ecco la vera maestria divina – e la consapevolezza della nostra miseria, quella di noi, mediocri e di poca fede! Quanto lontani siamo dai pensieri di Gesù! Quanto ci sovrastano i pensieri divini! Ne parlava il profeta Isaia (Is 55, 8s) Noi sappiamo solo lamentarci, cercare problemi dove non esistono. Fortunatamente, a volte, ci capita di chiedere e il Signore ci aiuta. Chiedere: la cosa migliore da fare nelle situazioni più grandi di noi. Per fortuna Dio è sopra a tutto. Coi suoi gesti, le parole semplici e forti, riduce le nostre paure: “tu ti affanni e sei agitata per molte cose, ma una cosa sola è necessaria” (Lc 10, 41); “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada” (Mt 26, 52); “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34) – e tante altre espressioni: sicuramente è la scuola insostituibile di come gestire le situazioni più difficili. Impariamo da Gesù stesso come essere sempre più grandi. Abbiamo ormai sofferto fin troppo a causa della piccolezza e delle mediocrità umane.