L’economia non può essere giusta senza un’ecologia integrale

Papa Francesco nella Laudato si’ sottolinea che “numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra emessi soprattutto a causa dell’attività umana. Ciò viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta al centro del sistema energetico mondiale”. Il cambiamento degli stili di vita, delle strutture tecnologiche, e le scelte finanziare consapevoli sono azioni per modificare le politiche energetiche e di sviluppo a livello globale e locale.

Papa Francesco nella sua enciclica “green” sottolinea l’importanza della cooperazione energetica basata sulle rinnovabili: “In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti” (LS 179).

Il passaggio dell’enciclica in cui si afferma che “la tecnologia basata sui combustibili fossili, altamente inquinanti – specialmente il carbone, ma anche il petrolio e, a un livello minore, il gas – devono essere sostituiti gradualmente e senza ritardi” è un chiaro messaggio diretto a investitori, amministratori delegati e leader politici affinché accelerino la rivoluzione energetica verso fonti pulite. La questione dell’energia è interconnessa ed interdipendente con altre questioni non meno rilevanti e decisive per la vita e la sua qualità, come: la salvaguardia dell’ambiente, la sostenibilità delle città, la sicurezza alimentare, i modelli di sviluppo economico, la pace.

In vista della realizzazione della pace, comprensiva di tanti altri beni, è necessario che l’energia sia pensata, prodotta, distribuita, usata secondo un nuovo paradigma, più rispondente all’essere dell’energia e delle persone. Ossia un paradigma che ne valuti la particolare densità antropologica e la consideri bene a destinazione universale, per la realizzazione del bene comune mondiale, ossia del bene dei popoli, implicante solidarietà, sostenibilità dello sviluppo ed inclusività per tutti. Il bene comune della società mondiale dei popoli comprende il “bene comune” dell’energia, assieme ad altri beni comuni, come l’acqua, la pace, l’ecologia umana. Prendere in considerazione l’energia significa guardare all’uomo, al suo percepirsi nella storia e alle possibilità che l’umanità ha di capire e di realizzare in maniera sempre maggiore la propria vocazione al miglioramento.

Ogni domanda sull’energia è, in maniera più o meno diretta, una domanda sull’uomo e sul suo sviluppo. Un nuovo paradigma dell’energia postula un nuovo paradigma culturale, sociale e politico. Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile le comunità energetiche diventano anche uno strumento di creazione di reddito che può sostenere fedeli, parrocchie, case famiglia, comunità famiglia e comunità locali come già dimostrato da alcune buone pratiche realizzate o in via di realizzazione nei territori.