Il diritto all’oblio oncologico: un successo di civiltà

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Io non sono il mio tumore” recita lo slogan di una Fondazione che ha acceso un faro sulla necessità di sensibilizzare le istituzioni e la politica sui malati e gli ex malati di neoplasie. Chi è stato affetto da patologie oncologiche rimane segnato per tutta la propria esistenza, anche quando risulta completamente guarito. La remissione totale dalla patologia, infatti, non comporta, fino ad oggi, una completa guarigione “sociale” delle persone che continuano a subire discriminazioni legate al pregresso stato di salute. Gli ex malati di cancro non possono accedere ad alcune prestazioni come mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni, dovendo fare i conti per sempre con un passato che ritorna e che li rende vulnerabili sul piano economico, relazionale ed affettivo. Anche quando la loro aspettativa di vita si allinea alla media della popolazione generale. La disciplina vigente obbliga l’ex paziente a dichiarare la malattia per la stipula di alcuni contratti e l’esercizio di altrettanti diritti, comportando la violazione sistematica dell’art. 3 della Costituzione che impone di eliminare gli ostacoli che limitano le pari opportunità di queste persone. L’Osservatorio permanente sulla condizione assistenziale dei malati oncologici evidenzia la presenza di prassi contrattuali che impediscono ai guariti l’apertura o il mantenimento di un’assicurazione sanitaria per malattia o la stipula di una polizza vita, o addirittura l’imposizione di oneri accessori per accedere ad un mutuo. È diffusa anche la consuetudine di richiedere al consumatore informazioni relative a pregresse malattie oncologiche con il rischio che l’omissione di tali dati comporti il rifiuto della sottoscrizione del contratto oppure l’apposizione di clausole aggiuntive, con un maggiore aggravio di costi.

Come dimostrano i dati riportati dal Piano oncologico nazionale 2023 – 2027, nel 2020 in Italia sono state diagnosticate con tumore circa 3,6 milioni di persone, che corrisponde al 6% della popolazione italiana, con un forte aumento (pari al 36%) rispetto alle stime del 2010. Le più recenti elaborazioni della Fondazione AIRC dimostrano un marcato aumento delle aspettative di vita per coloro che vivono da oltre 15 anni dalla diagnosi. La Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 sul rafforzamento della lotta contro il cancro in Europa afferma che “le compagnie di assicurazione e le banche non dovrebbero considerare la storia clinica delle persone colpite da tumore” e auspica che gli Stati membri elaborino velocemente normative interne, al fine di assicurare che i sopravvissuti a malattie oncologiche non vengano discriminati rispetto al resto delle persone. Si chiede agli ordinamenti nazionali di garantire, entro il 2025, il diritto all’oblio per tutti i pazienti europei dopo 10 anni dalla fine del trattamento e dopo 5 anni dopo la fine del trattamento dei minori d’età. Insomma, è necessaria una legge che riabiliti chi ha superato la malattia, sottoponendosi a cure devastanti per guarire dal tumore e possa essere finalmente libero di compare una casa, di adottare un bambino, senza dover subire le ingiuste conseguenze sociali, anche dopo il pieno recupero. Il diritto all’oblio delle persone guarite costituisce declinazione delle previsioni costituzionali contenute negli artt. 2 e 32 sul riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo e della fondamentale tutela della salute, delle norme contenute nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che sancisce il diritto al rispetto alla vita privata e familiare (art.8) e il principio di non discriminazione (art21).

Una legge approvata dalla Camera all’unanimità si prefigge di cancellare l’ingiusto trattamento riservato alle persone guarite dal tumore. In particolare, la proposta reca disposizioni in materia di parità di trattamento, non discriminazione e garanzia del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche. La nuova disciplina si preoccupa di assicurare che alla guarigione clinica corrisponda la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di eguaglianza rispetto al resto della cittadinanza, con specifico riferimento all’accesso ai servizi finanziari, bancari ed assicurativi, nonché alle procedure di adozione di minori. Il disegno di legge è adesso atteso al Senato per l’approvazione definitiva. Un successo di civiltà che riscatta dalla sofferenza milioni di persone che hanno vinto contro il grande male.