Difesa e diplomazia: la nuova urgenza dell’Europa

Commissione europea Dombrovskis
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L’UE si prepara a predisporre l’operazione Aspis, che in greco significa scudo ed è cosa buona per le prospettive tanto attese per lo sviluppo in senso istituzionale e di ruolo dell’UE. Dalla stessa denominazione scelta della operazione di intervento di difesa dei trasporti delle merci nel Mar Rosso, si comprende la volontà di usare la costituenda poderosa flotta formata soprattutto da navi militari italiane, francesi e tedesche.  Questa missione decisa dalla UE, è in fase di allestimento per contenere le minaccie degli Houthi, il movimento islamico armato che controlla parte dello Yemen. Gli Houthi attraverso assalti di pirateria, hanno determinato una riduzione di due terzi i passaggi delle navi mercantili a Suez, costretti a prendere in alternativa la rotta molto più lunga della circumnavigazione dell’Africa per raggiungere i porti europei e non solo. Nel Mar Rosso, nella normalità, transita il 20% mondiale delle merci e gran parte delle esportazioni ed importazioni italiane. Dunque lo snodo di trasporto più importante per noi e per il mondo.

Una strozzatura che provoca un danno enorme all’intera Europa e a tutti i paesi mediterranei. Una pericolosa condizione che allunga i tempi consegna dei beni, che fa aumentare il costo dei noli e dei prezzi, ed in conseguenza l’inflazione. Gli stessi flussi deviati e ritardati del gas liquido trasportato dalle navi metaniere, scombineranno in quache modo la delicata ragnatela tessuta recentemente dai paesi europei per affrancarsi dal ricatto di Putin. Probabilmente anche dall’irrompere degli Houthi, possiamo intravedere le mosse minacciose degli autocrati, che sostanzialmente confederati tra loro accendono fuochi qui e li per il mondo, per fiaccare l’economia ed alimentare malumori nei paesi liberi, per sondarerne il grado di coesione e forza mirando ad ottenere quello che loro chiamano “un nuovo ordine mondiale”.

In questo drammatico scenario di attacco soprattutto agli interessi europei, ci è più chiaro che è un bene allestire la nostra difesa autonoma. Difenderci dagli eventuali attacchi alle nostre navi, sarà finalmente un segno della volontà di saper provvedere, da vera e grande entità politica, ai propri doveri di sicurezza ed interessi. Infatti dall’andamento di questa necessaria missione e dalla consepovolezza che ne hanno i paesi aderenti alla UE, si capirà altresì la volontà del Vecchio Continente di dotarsi presto di unica difesa e diplomazia. Questi capisaldi per un vero Stato, si sa, precedono la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Una grande potenza che potra contribuire alla pace nel mondo ed alla propria autodeterminazione in un mondo in subbuglio.

Infatti si contribuisce alla pace certamente con propositi di cooperazione e dialogo, ed con il rispetto dei trattati internazionali nel rispetto della sovranita altrui. Ma la pace si ottiene anche con forze di deterrenza, appunto di difesa, qualora degli stati non rispettassero i trattati e le sovranità altrui, coltivando disegni aggressivi. In questi casi dovranno fare i conti con l’Europa, se non vogliamo dipendere dalle strategie di dittatori sempre ansiosi di portare alle loro nazioni trofei nuovi ai danni di altre nazioni confinanti con loro.