Ecco perché è importante aprire il cuore allo Spirito Santo

Festa di Pentecoste: giorno in cui si è compiuta la promessa di Gesù, riguardo al dono dello Spirito Santo. Luca nel libro degli Atti degli Apostoli ci racconta che la manifestazione dello Spirito Santo è stata accompagnata da fragore, da vento che si abbatte impetuoso, e da lingue come di fuoco che si posano sulla Chiesa nascente. E’ un linguaggio per dirci che lo Spirito Santo è libertà, forza e amore. Lo Spirito che viene anzitutto sconfigge la paura, per cui gli apostoli parlano liberamente e con coraggio, annunciando Gesù e la sua resurrezione.

Mediante la sua opera lo Spirito permette di vivere quella vita nuova propria di chi è risorto con Cristo. E’ quella vita nuova che rifiuta divisioni, inimicizie, odi e rancori, scelte egoistiche ed arroganza. E’ quella vita nuova che è possibile sperimentare, a meno che non si scelga di vivere secondo i desideri del mondo. Ecco perché è importante aprire il cuore allo Spirito Santo che ci è donato.

Gesù, promettendo lo Spirito Santo agli Apostoli, aveva detto che lo Spirito li avrebbe illuminati, aiutati a comprendere il senso della sua passione e morte e li avrebbe sostenuti nella loro missione verso l’umanità intera.

E’ lo Spirito santo, infatti, che ci fa Chiesa, popolo di Dio, ed è ancora lo Spirito Santo che ci incoraggia nel donare Gesù e ci permette di portare il peso di una testimonianza sempre impegnativa.

Ed è ancora lo Spirito Santo che mette in noi una profonda nostalgia di Dio, un grande desiderio di dare un senso forte alla vita, un bisogno di vivere non ricurvi a terra ma protesi alle cose eterne. E’ lo Spirito santo che suscita vocazioni e che rende capaci di amare in qualunque parte o situazione ci si trovi. E’ lo spirito santo, dono di Gesù risorto, che è capace di far fiorire questo deserto in cui siamo immersi e farlo diventare un giardino. Lo Spirito, infatti, sta già operando in noi: nel Battesimo ci ha generati, risuscitati per cui ormai siamo figli, realmente figli, famiglia di Dio. Fino al punto che per l’azione dello Spirito possiamo rivolgerci a Dio e gridargli Abba, Padre. E di conseguenza possiamo rivolgerci agli uomini e chiamarli Fratelli.

Sempre, però, che non poniamo ostacoli allo Spirito Santo, che gli siamo docili e che ci lasciamo condurre là dove ci spinge. Infatti ci sono due modi di vivere: si può vivere ignorando il Dono che il Signore ci vuole fare, rendendo così inutile la e resurrezione di Gesù;  oppure si può vivere da risorti, da autentici figli di Dio. Due strade, ma con esiti diversi. Ce lo spiega San Paolo: la morte e il non senso per chi chiude il cuore allo Spirito di Dio; la vita per chi lo accoglie e lo ascolta.

San Paolo, rivolgendosi ai credenti, li invita poi a lasciarsi guidare dallo Spirito. Infatti, solo chi ha lo Spirito di Gesù appartiene a Gesù ed ha la vita: “…. Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi (Rom 8, 9-11). Il nostro modo di vivere, le nostre scelte indicano se viviamo secondo lo Spirito o secondo la mentalità del mondo, con esito, lo abbiamo detto, totalmente diverso: vita e morte, speranza e disperazione, luce e tenebra, gioia e tristezza: sono le conseguenze delle scelte dell’uomo, del vivere secondo lo Spirito o del vivere senza Dio.

Ma a questo punto sorge una domanda importante: Noi abbiamo lo Spirito? Visto che è fondamentale per appartenere a Cristo e quindi essere figli! E’ possibile saperlo? Certo che è possibile! Quando lo Spirito c’è in noi, firma la sua presenza. Quando lo Spirito c’è, lascia dei segni, cioè porta il suo frutto. Ce lo spiega ancora Paolo: Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. (Gal 5,19-22). Questi sono i segni della presenza dello Spirito e di conseguenza della nostra appartenenza a Cristo Risorto. Continuamente, nella preghiera, c’è da fare un esame di coscienza per verificare se in noi è presente questo frutto dello Spirito! Mi sembra importante, inoltre, sottolineare un titolo che Gesù stesso dà allo Spirito Santo: egli è il Paraclito, il Consolatore, l’Avvocato. In che senso? Anzitutto lo Spirito Santo è l’avvocato di Gesù nei nostri confronti. I nostri dubbi, ci spingono a rifiutare Gesù: “Ma è vero che è risorto, ma è vero che vale la pena seguirlo?”.

Lo Spirito Santo difende Gesù nei nostri confronti, presentandocelo pieno di luce e bellezza. In secondo luogo, lo Spirito Santo è il nostro difensore nei confronti di Satana: ci difende dal tentatore che ci distoglie da Gesù. Ma lo Spirito ci difende da Satana anche liberandoci da distruttivi sensi di colpa, suggeriti ancora dal Maligno, per aprirci poi all’accoglienza del perdono che dà gioia. In terzo luogo, lo Spirito Santo è nostro avvocato di fronte al mondo. Infatti, davanti all’ostilità del mondo, i discepoli di Gesù sentiranno la tentazione dello scoraggiamento. Ma l’Avvocato, dono di Gesù, li confermerà nella fede.

Per concludere vorrei dire quanto è importante chiedere al Signore Gesù il dono dello Spirito. In tutta la vita dovremmo imparare a sentirci come gli apostoli con Maria nel cenacolo. E quindi:

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia nostro maestro interiore;

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia chiarezza e luce nelle scelte;

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia la nostra forza nelle prove;

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia la nostra sicurezza nella testimonianza;

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia la nostra gioia in mezzo ai fratelli;

Chiediamo il dono dello Spirito perché scaldi il nostro cuore per vivere la carità;

Chiediamo il dono dello Spirito perché ci doni docilità nell’ascolto della Parola di Dio;

Chiediamo il dono dello Spirito perché sia la nostra pace nelle relazioni con i fratelli.